INCONTRO CON GIPI E PRESENTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE – La graphic novel unastoria, pubblicata da Coconino Press a Novembre e già alla sua terza ristampa, ha attirato l’attenzione di molti per la qualità dell’opera, chiaramente, ma anche per l’aspettativa che è stata capace di creare.
Anche nel buio della notte più scura il cielo possiede una luce sua.
Mi chiedo, amore, da dove viene questo chiarore?
Non dalle stelle, che sono troppo lontane. Non dalla luna, assente.
Viene dai nostri desideri, forse?
Che siano i nostri cuori, le speranze, a illuminare il cielo?
L’inaugurazione della mostra si è svolta Sabato 15 Febbraio, presieduta da un incontro con l’autore punzecchiato dalle domande del Prof. Matteo Stefanelli, che tra le altre cose insegna all’Università Cattolica. E visto che noi di C4Comic eravamo lì, cerchiamo di farvi rivivere il momento.
La sala era gremita, più di quanto chiunque dello staff si aspettasse, visto che, oltretutto, avevano organizzato anche una diretta streaming. Gipi si è dimostrato gentilissimo, davvero affabile ed estremamente propenso a parlare di sé, delle sue esperienze personali e delle emozioni provate prima durante e dopo il parto di questo titolo.
Il rapporto con i fumetti, per lui, è come quello con un grande amore. Una storia travagliata di alti e bassi: quando ti lasci il mondo ti crolla addosso, ma poi pensi di poterti innamorare di nuovo; trovi una nuova amante, nel suo caso il cinema, ma alla fin fine ti rendi conto che non era quella giusta, e quando ti è data l’opportunità di riprovarci col tuo vero amore, speri che questo periodo di appagamento non finisca più.
Non è una storia, ma una magia, un volume capace di suscitare inspiegabilmente sensazioni forti e commoventi. È questa la contraddizione insita di questo fumetto, un titolo così semplice contrapposto a una comprensione quasi impossibile.
Quella raccontata in questo albo è la storia di una crisi, è la dualità tra la lotta per la sopravvivenza in un contesto in cui è un’utopia, la guerra di trincea vissuta attraverso le lettere del nonno del protagonista, contrapposta al personaggio principale che pur avendo tutte le carte in regola per essere felice, non ci riesce, perde la voglia di vivere e impazzisce.
La scelta della prima guerra mondiale è stata, anch’essa, un caso: una conseguenza del flusso di coscienza che lo ha portato a disegnare l’intero albo. Delle imprecisioni storiche non se ne cura, perché non è l’accuratezza ad essere importante, ma il concetto e la distanza temporale che separa i due personaggi, l’avo e il protagonista.
Fortunatamente per Gipi e le sue insicurezze di fallimento, il fumetto è un successo, e spero lo sarà anche la mostra, curata in ogni dettaglio e una vera chicca per chi ha amato questo titolo imprescindibile dalla lettura.
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