Bando alle ciance ma soprattutto bando alle presentazioni che lasceremo fare al talentuoso Cammo, aka Giuseppe Camuncoli, fummettista italiano prestato al mercato statunitense e francese, che dopo averci incontrato al Mantova Comics si è gentilmente reso disponibile a rilasciare un’intervista per C4C.
Enjoy!
C4Comic: Normalmente dovrebbe essere la redazione a presentare il suo intervistato, personalmente però credo sia molto più interessante lasciare che sia tu a raccontarci chi sei, di cosa ti occupi e a mettere l’accento su ciò che preferisci condividere con noi.
Cammo: Mi chiamo Giuseppe Camuncoli, classe 1975, e sono un fumettista. Disegno e leggo fumetti per passione fin da piccolissimo; poi in prima superiore mio padre, collezionista di Tex, mi iscrive a un corso di fumetto serale tenuto da Otto Gabos e Onofrio Catacchio. Lì conosco, tra i vari studenti, lo sceneggiatore Matteo Casali, con il quale inizio a battere le fiere in cerca di editori interessati a pubblicare i nostri progetti.
Qualche anno più tardi, a fine 2000, dopo un paio di trasferte alla Comicon di San Diego, ottengo il mio primo incarico per una major americana: Vertigo/DC Comics mi affidò infatti le matite della serie SWAMP THING, scritta da Brian K. Vaughan.
Da allora disegno fumetti per le più importanti case editrici internazionali, prevalentemente americane (Marvel e DC Comics su tutte), italiane (Sergio Bonelli Editore, Panini Comics, Lizard/Rizzoli) e francesi (Casterman, Ankama).
Tra i vari personaggi o serie su cui ho lavorato, cito a caso BATMAN, HELLBLAZER, GLI SCORPIONI DEL DESERTO, X-MEN e SPIDER-MAN, personaggio di punta di Marvel di cui illustro le avventure da oltre tre anni.
C4Comic: Vuoi raccontarci come ti sei avvicinato al mondo del fumetto e a quello dell’illustrazione?
Cammo: Difficile ricordare, perché il fumetto, i libri illustrati e i cartoni animati hanno sempre fatto parte della mia vita. Come dicevo, ho sempre disegnato in maniera naturale e spontanea dopo aver letto un fumetto o aver visto un cartone che mi avessero entusiasmato. Difficile dire se sia stato merito mio, dei miei genitori, o degli asili e delle scuole di Reggio Emilia (città in cui sono nato e vivo tuttora) che da sempre hanno avuto un approccio in cui l’espressione e il disegno sono centrali per lo sviluppo del bambino.
C4Comic: Sei considerato, e certamente non a torto, uno dei disegnatori italiani più versatili nel campo internazionale, riesci ad adattarti allo stile delle illustrazioni dei tuoi predecessori molto fedelmente, riuscendo al tempo stesso a trasmettere la tua personalità e marca distintiva. Si tratta di un processo, se mi passi il termine, che richiede molto lavoro a monte, o ti risulta spontaneo?
Cammo: No, mi è sempre risultato molto spontaneo partire in tempo zero a lavorare su quasi qualsiasi progetto che mi è stato affidato. Credo che il merito vada ricondotto alla buona memoria visiva, che ho sempre avuto senza dovermi sforzare o allenare più di tanto.
Cammo: Beh, intanto grazie per le belle parole. Come raccontavo prima, insieme a Matteo Casali e altri amici italiani, ho bussato a qualsiasi porta potessi trovare sul mercato americano.
Da leggere: pagati un viaggio a New York e due viaggi a San Diego per capire se ci fosse qualcuno oltreoceano interessato a un segno come il mio.
Dopo un paio di mezze aperture e di mezzi passi falsi, ho finalmente avuto la mia occasione, e per fortuna sono riuscito a coglierla.
C4Comic: Che differenze noti tra il mondo del fumetto estero e quello italiano?
Cammo: Mah, non ce ne sono di enormi o particolarmente rilevanti. Quello che può fare la differenza, piuttosto, è la bravura e la serietà delle persone che lavorano in una casa editrice, sia essa americana, francese o italiana.
Cammo: Ti ringrazio nuovamente. La cover de IL VANGELO DEL COYOTE è frutto di un’elaborazione grafica di Guido Scarabottolo, copertinista di fiducia di Guanda, che ha preso un disegno mio e uno di Michele Petrucci, disegnatore con cui ho co-illustrato il fumetto del romanziere Gianluca Morozzi, e li ha integrati in una composizione davvero d’impatto.
Per le tre copertine dell’edizione da edicola de LA NEVE SE NE FREGA, che è l’adattamento a fumetti dell’omonimo romanzo del rocker Luciano Ligabue, si è pensato di omaggiate tre immagini iconiche che potessero immediatamente comunicare l’idea di amore. Questo perché, in fondo, è l’elemento portante che sottende il bellissimo romanzo di fantascienza di Luciano.
Partendo anche in questo caso dalla fine, sul numero tre abbiamo avuto la locandina di “Via col vento“, sul due la copertina del disco “The Freewheelin” di Bob Dylan, in cui tra l’altro si vede anche la neve, e per il primo si è pensato alla pittura potentissima di Klimt e al suo immortale “Bacio“.
La bellezza dei nostri tre omaggi è oltretutto dovuta al talento di Gabriele Dell’Otto, che ha dipinto con la solita maestria le mie matite.
C4Comic: Passiamo ora a qualche curiosità di te.
A chi ti sei ispirato quando hai iniziato a disegnare?
Cammo: A tutti quelli che mi piacevano, e a ogni nuovo autore che scoprivo (e che scoprirò) il cui stile, le cui idee e le cui innovazioni potevano in qualche modo “innestarsi” al mio tratto in fase di evoluzione.
Tra le mie influenze principali cito Jack Kirby, John Romita, Steve Ditko, John Byrne, Mike Golden, Frank Miller, Mike Mignola, Jim Lee, Marc Silvestri, Adam Kubert, Hugo Pratt, José Muñoz, Sergio Toppi, Moebius, Dave McKean, Kent Williams, Marc Hempel, Teddy Kristiansen, Sean Phillips, Frank Quitely… Ma la lista potrebbe allungarsi all’infinito.
Cammo: Di non smettere di credere ai proprio sogni, e di lottare e impegnarsi fino allo stremo delle proprie forze per ottenere quello in cui credono. Al tempo stesso, siccome non è proprio facile facile né diventare né restare fumettista in maniera continuativa, è cosa buona e giusta tenersi aperta almeno un’altra porta in qualche altro settore lavorativo, in caso le cose non vadano bene.
C4Comic: C’è qualcuno in particolare con cui ti piacerebbe collaborare, ma con cui non si è ancora presentata l’occasione?
Cammo: Tre nomi su tutti, anche perché se no vado avanti per ore anche qui: Alan Moore, Frank Miller e Grant Morrison.
Sul primo non credo ci sia bisogno di aggiungere nulla, del secondo vi ho già detto e col terzo, il cui lavoro ho sempre adorato, mi piacerebbe collaborare a qualcosa di più corposo dei due numeri di 52 (maxiserie storica di DC Comics, scritta a sedici mani da Mark Waid, Greg Rucka, Geoff Johns e, appunto, Grant Morrison) che ho disegnato alcuni anni or sono.
Cammo: Nessuno. Lo dico sempre: ogni scarrafone è bello a mamma sua.
Considero ogni albo, anzi ogni singola pagina, che ho fatto quasi alla stregua di un figlio. E come si fa a chiedere a un padre quale sia il suo figlio preferito?
C4Comic: C’è un fumetto che avresti voluto essere tu a illustrare?
Cammo: Non ci ho mai pensato, a dire il vero. Ma no, credo di no… Sono comunque contento e orgoglioso di quello che ho fatto finora, e non saprei immaginare i fumetti che amo disegnati in un altro modo.
C4Comic: Qual è la tua kryptonite?
Cammo: Il formaggio. Nonostante sia emiliano, e nato praticamente a due passi dalla “Culla del Parmigiano Reggiano“, proprio non riesco a farmelo piacere.
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