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La Disney tagliuzza e modifica Doraemon. Cui prodest?

DISNEY CENSURA ADATTAMENTI – Ci risiamo. Dopo le oscenità perpetrate ai danni di Wolverine (e lasciamo i commenti a quello che è stato Wolverine l’immortale a luoghi più consoni) il sito giapponese Oricon Style  ha riportato alcuni fra i più evidenti (e discutibili) cambiamenti, che  “Doraemon”, ha dovuto subire, prima della messa in onda in America, prima assoluta, questo luglio, ad opera della Disney

MA PERCHÉ? – Ora, sappiamo benissimo che la cultura giapponese è aliena. Non nel senso che viene da un altro pianeta, ma che sicuramente per storia, mentalità, ambiente e tutto quanto altro rende una società “gruppo omogeneo”, è lontanissima dalla maggior parte delle culture mondiali. In Europa beneficiamo del fatto che i giapponesi in generale subiscono il fascino delle antiche culture europee, e ne abbiamo i segni evidenti, (Heidi è ambientato in Svizzera, Remi, in Francia, molte delle storie di Miyazaki sono ambientate in luoghi immaginari, basati sull’Europa, ma la lista è infinita), ma fra Giappone e America le distanze sono siderali. E allora perchè prendere la prima serie di Doraemon, anno 1973, quella che è diventata quasi di culto per essere rimasta per anni ed anni praticamente sconosciuta e terminata dopo sole 26 puntate, e adattarla alle linee guida della amministrazione americana rispetto a violenza, discriminazione e contenuti sessuali occulti? A che scopo?

DI CHE STIAMO PARLANDO? – In quarant’anni di onesta presenzafra fumetterie e piccolo schermo, Doraemon, lo hanno visto più o meno tutti.  Il protagonista, è Nobita, un ragazzo timido che ha la fortuna di incontrare nella sua vita un gatto robot proveniente dal futuro, che si insedia nella sua vita, Doraemon appunto. Grazie ad invenzioni assurde e situazioni paradossali, ogni puntata si risolve in un disastro, a volte si ride soltanto, a volte si pensa anche. Un bel prodotto con risvolti anche educativi. Ma Nobita è un bimbo delle elementari : buono si, ma a volte anche meschino e vendicativo, soprattutto perchè vessato dal bulletto di turno, Gian, che lo tortura sia fisicamente che mentalmente. L’altro componente della compagnia, Suneo, è succube del bulletto e ne subisce il fascino. Immancabile la bambina, Shizuka, che orbita in mezzo al gruppo, e che nel corso della serie diventa sempre più esplicitaente, la fidanzata dei sogni di tutti. Fine della storia. Sia nella prima serie, quella incriminata, che nella seconda  serie, anno 1979,  il plot è sempre quello, per oltre 1800 puntate. Ma in questa “versione edulcorata” saranno rimossi la pressochè totalità di queste caratteristiche.

TUTTO QUESTO HA SENSO? – É indubbio che Doraemon sia la quintessenza del giappone animato. Le situazioni ed i rapporti sociali del gruppo dei protagonisti sono quelli che si verificano, allora ed ora, all’interno degli isitituti del sol levante  tanto che l’anime in se è radicato nella cultura nipponica come pochissime altre opere. Alla luce di queste considerazioni, Disney XD channel ha pensato bene di adattarlo alla cultura americana, proprio quel tanto che bastava per renderlo lo scimmiottamento di se stesso. La città dei protagonisti è stata traslata in america. Niente bacchette per mangiare, ecco le forchette! E niente om-rice ovviamente, solo pancakes! Niente voti numerali sui compiti, ma solo lettere.  Ma non finisce qui, infatti il consumo eccessivo(?) di zucchero in America è sconsigliato ai bambini, (ne traggono troppa energia…), quindi niente Dorayaki per Doraemon (notate niente in questi nomi?).  La lista continua ed è infinita. Insieme con una gallery dove lasciamo ai vostri occhioni le amenità prodotte dai nostri amici d’oltreoceano, vorremmo condividere una  domanda/considerazione: se l’anime ed il manga sono strumenti e opere che rappresentano una cultura, e certamente lo sono, ha senso snaturarli completamente e gratuitamente, solo per venderli ad un pubblico che altrimenti non li capirebbe e che per altro, ha vissuto benissimo fino ad oggi senza conoscerli? Ai posteri l’ardua sentenza.

Fonte : Oricon Style jp

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