Di seguito elencheremo alcune delle maggiori casistiche realmente esistenti di questi personaggi mitologici che capeggiano i negozi di fumetti.
tipologia molto comune che non ha una vera e propria collocazione geografica, vive con distacco il proprio lavoro compiendo meccanicamente i rifornimenti sugli scaffali, gli ordini del materiale esaurito e risponde al telefono senza salutare ma scandendo chiaramente come prima parola il nome della fumetteria. Con questo genere di regnante/negoziante è molto difficile stabilire un rapporto di scambio opinioni poiché per lui vendere fumetti o cipolle è la stessa identica cosa. Accade spesso che uscendo vi rivelerà che in vita sua non ha mai letto nessun fumetto. Agghiacciante
tipologia comunissima in tutta la nostra penisola, si presenta gentile, affabile, sorridente, ma fate attenzione è solamente la maschera della divisa da lavoro. Ad uno sguardo un po’ più accurato non è difficile individuare una certa impazienza quando si giunge nella prossimità della cassa pronti a pagare: afferra rapidamente gli albi per leggerne il prezzo, li ammucchia da una parte e fornisce lo scontrino in tempo record, ma in questo istante preciso si svela inconsapevole con una frase precisa e concisa “Bello questo!” riferito ad uno dei nostri acquisti. Non c’è dato sapere a quale titolo sia riferito di preciso, poiché lo avrebbe detto per qualsiasi cosa avremmo deciso di acquistare. In sé non ci sarebbe nulla di male, se non fosse altro che quel appellativo indica l’assoluta ignoranza in materia, ignoranza che lo porta a seminare a caso rafforzativi di nessuna utilità. Diffidare.
tipologia in via di estinzione. L’atteggiamento di chi si trova in un negozio di fumetti è quello di chi esplora un’isola alla ricerca di un tesoro, cammina piano, conta i passi, muove cose, si astrae, sogna. Ma non tutti la pensano così, se siete capitati nella fortezza di chi sospetta che i chilometri fatti per arrivare lì sono stati fatti con l’unico intento di rubare qualcosa. In questo caso il venditore vi attaccherà gli occhi addosso, senza nemmeno nascondere questo insopportabile atteggiamento, affacciandosi, ammiccando, testeggiando e nei casi acuti avrà parole crude, deterrenti, brutali. In rari casi molla il banco per seguirvi facendo finta di sbrigare lavori inutili come risistemare pile di fumetti, spostandoli con lievissimi tocchi in punta di dita per pochissimi millimetri. Guardiano.
tipologia diffusa e dotata di infinite variabili e varianti. Generalmente veste due taglie sopra la sua, porta magliette con chiari rimandi al mondo del fumetto o al massimo della cinematografia, ma si vede che ha l’età per la patente del motorino: buchi assortiti, disegno sbiadito e parzialmente staccato, macchia di unto o sudicio in generale. Sopra l’immancabile felpa con cappuccio. Questo soggetto non è incline alla precisione, apre il negozio spesso in ritardo e non ama rispettare con ristretta puntigliosità la parola data su un ordine preso mesi prima. Di fatto possiede molti più fumetti di quelli che il negozio possa contenere, ma non se ne cura, perché mentre si è impegnati alla ricerca del numero mancante lui sta al computer tutto il tempo a trafficare e scrivere. Emarginato.
tipologia che personalmente mi riempie di profonda tristezza. È quel genere di venditore di fumetti che una volta combatteva con noi in trincea, lottando per uno sconto, picchiando duro contro il rincaro dei fumetti, consigliando un titolo anziché un altro. Adesso oltrepassata la barriera invisibile del bancone non è più lui, si è perso, ha creduto che fosse possibile guadagnare vendendo fumetti. In fondo ha iniziato poco per volta, lasciando partire solo i pezzi doppi, poi ha visto andarsene quelli che riteneva meno importanti, poi ha salutato quelli strapagati, infine si è barricato dietro a pochi pezzi incedibili che oramai sono ridotti a vessillo di quello che in passato era la collezione di tutta una vita. Triste, troppo triste.
tipologia molto particolare e sempre più diffusa. Accade in quei negozi dove non ci si reca spesso perché magari in un’altra città, ma comunque appuntamento fisso durante una gita con amici. L’erede non è altro che un personaggio transitorio, momentaneo, aleatorio, insomma un parente il più delle volte che ha preso il posto del titolare, per ragioni sconosciute e celate misteriosamente dietro a mezze parole e ad atteggiamenti reticenti. Ci si trova di fronte zie, cugini, nonni o amici che di fumetti non ne capiscono praticamente nulla, quindi domandare se è rientrato l’ultimo numero di Martin Myster o estrarre la radice quadrata di 5673 a mente è la stessa cosa. Ad aggiungere un tocco di bizzarro alla vicenda è l’atteggiamento assunto nel momento esatto in cui si va a chiedere il prezzo di un fumetto imbustato senza ragione. Dopo l’irriverente perlustrazione dell’albo alla ricerca di un’etichetta con il prezzo che non salta fuori (pratica per altro già effettuata invano), il campionario di facce e versi variopinti è uno spettacolo impagabile, fino a che tutto si risolve con una telefonata di un’ora alla ricerca del titolare per poi sentirsi dire “2 euro”, un quinto del costo della telefonata. A ognuno il suo mestiere.
tipologia distinta, chiara, definita. In ogni luogo, ad ogni latitudine, ad ogni angolo ce n’è uno. Sinceramente gentile si limita a fornire il resto laddove ce n’è. Non commenta mai in nessuna direzione le scelte avvenute tra gli scaffali, da anni è forgiato tra clienti di tutte le specie, vende giornali di tutte le tendenze politiche, per tutte le età, vende il proibito, i sogni della gente dispensandoli in riviste. Spesso è un valido alleato, mette da parte pile di materiale per mesi senza protestare, partecipa al recupero del materiale arretrato ed è custode dei segreti dell’editoria di massa. Per lui i fumetti sono tutti uguali solo il prezzo di copertina li diversifica. Inoltre questo personaggio è il distributore dei famosi bustoni offerta, fiore all’occhiello dei luoghi di villeggiatura, dentro ai quali è probabile trovare pezzi perduti per decenni nei magazzini d’Italia. Da tenere con cura.
tipologia diffusamente distribuita su tutto il suolo italico, ogni città, paese, o agglomerato urbano possiede una bancarella più o meno grande. Il reggente di questo regno ristretto è più un console a capo di una colonia isolata, inventata, raffazzonata. L’uomo della bancarella c’è sempre anche se non si vede, impegnato a sorbire bicchierini al bar, o seduto in un angolo a leggere una vecchia antologia, ma non crediate mai di essere soli o abbandonati, lui sa che ci siete. Non da molta cura al proprio materiale per lui libri e fumetti sono la stessa cosa. Con questo tipo di personalità ci si possono prendere delle libertà che nessun altro ci lascia guadagnare senza fatica; la contrattazione è cosa considerabile ma non sottovalutatelo per natura è diffidente. Poiché non ama informarsi sul materiale che tiene in vendita crede che il cliente sia sempre alla ricerca del santo graal dei fumetti, per questo al momento della vendita tentenna con l’albo in mano gettando come ultimo messaggio uno sguardo indagatore pronto a far cadere ogni fortificato atteggiamento di impassibilità.
A questo punto è doveroso spaccare in due una delle categorie più affascinanti con le quali ho avuto modo di avere contatti diretti: LO STANDISTA.
tipologia che abbraccia l’esatto 50% dei praticanti. Per definizione è sempre incazzato, partecipa a tutte le fiere alle quali è possibile partecipare. È il primo ad arrivare la mattina per potersi lamentare con tutti che fa freddo, che piove, che il caffè non lo sa più fare nessuno, che lo stand è sempre più caro. Saluta tutti con una battuta inutilmente volgare alla quale ride da solo; disprezza il materiale degli altri e come ce lo ha lui nessuno lo ha mai visto. Millanta clienti danarosi e di lignaggio che comprende reali, sportivi e personaggi pubblici di primissimo livello. Assiste alle fiere come se fosse prigioniero di un girone dantesco, maledice se stesso giurando che è l’ultima volta che si fa coinvolgere in un inferno di quella portata. Vive seduto al di là della barricata, abbarbicato sulla pancia , pronto a dispensare acidi commenti a chiunque, inopportunamente si decida a chiedere un prezzo. Inavvicinabile.
tipologia che rappresenta l’altro 50% della banda. Partecipa alle fiere con innegabile leggerezza, coglie l’evento come l’occasione per partecipare ad una festa. Sa che il cliente va coccolato, assecondato, compreso e fa di tutto per servirlo per il meglio.
Nicolò Laporini nasce a Pontremoli nel 1992. Diplomatosi come ragioniere programmatore, sceglie di non intraprendere una vita di scartoffie e fatture ma di provare a seguire le sue più grandi passioni: il disegno e l'amore per il fumetto. Si iscrive alla Scuola Internazionale di Comics Di Reggio Emilia e al secondo anno di fumetto inizia a seguire anche il corso di colorazione digitale. Ha colorato il 7° numero della fanzine del Fan Club Ufficiale di Dylan Dog e il 2° numero di Black Block, autoproduzione Damage Comix. Attualmente frequenta il terzo e ultimo anno del corso di fumetto.
Stefano Sergiampietri disegna da quando ha memoria, frequenta poi la Scuola Internazionale di Comics di Firenze nei corsi di fumetto e illustrazione. La gente dice che sorride poco e che è alla ricerca continua di uno stile personale tra pittura, inchiostrazione e graffiti.
Jacopo Vanni, classe 1990, si diploma al liceo artistico di La Spezia nel 2009 e frequenta l Accademia di Belle Arti di Carrara all'indirizzo di arti multimediali. Nel 2012 muove i primi passi nel mondo dei comics grazie a un corso di fumetto gestito da Michele Bertilorenzi. A marzo dell'anno seguente entra a far parte del gruppo Damage Comix con il quale realizza il suo primo albo “The Day Of The PowerMarshall” esordendo a Lucca Comics 2013.
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