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I Libri per Strada: Il fumetto popolare – Leo Ortolani & Roberto Recchioni

FUMETTO POPOLARE ROBERTO RECCHIONI LEONARDO LEO ORTOLANI MARCELLO CAVALLI SARZANA 15 GIUGNO – Domenica grigia, uggiosa, minaccia una pioggia che per fortuna non arriva. Con Marco (Rubertelli, uno dei gestori di C4C) aspettiamo Rrobe in stazione, in arrivo dopo il viaggio della speranza della spezzettata e lunga tratta Roma-Sarzana. Lui e la sua costola incrinata, nonostante la quale ha eroicamente deciso di partecipare all’evento di chiusura della kermesse I Libri per Strada. Mentre camminiamo compare Leo Ortolani, l’altro ospite della serata, in una carrambata coi fiocchi che sembra programmata; appare insieme a Marcello Cavalli, moderatore dell’evento. Leo e Rrobe accettano di concedere al nostro portale un’intervista video, che pubblicheremo presto. Come spesso mi è capitato in questo periodo pieno di eventi fumettistici, rimango colpita della gentilezza e dalla disponibilità che dimostrano.

Ma passiamo all’evento, c’è molto da raccontare.

Al centro Marcello Cavalli, a sinistra Leo Ortolani, a destra Roberto Recchioni.

La quantità di persone che si raduna è straordinaria, le sedie non bastano, la gente è in piedi e circonda il tavolo rialzato a cui siedono i tre ospiti. Il silenzio è religioso, spezzato solo dalle risate sommesse, eppure incontenibili, in risposta alle battute di Leo e ai commenti di Rrobe.

Il fumetto popolare.

Uno “stralcio” della massa di ascoltatori.

Se inizialmente l’albo popolare si caratterizza come quello dell’arte povera, oggi è invece sdoganato, divenuto mainstream, anche grazie all’industria cinematografica. Il fumetto in Italia vende, e questo nonostante sia un medium sottovalutato. Oggi abbiamo una nuova generazione di ottimi autori, autori che ci mettono la faccia, che colpiscono il lettore per la capacità che hanno di comunicare se stessi e non soltanto per il prodotto che creano.

L’editore tenderà a puntare sulla fama del personaggio, a far affezionare il lettore alla finzione: il personaggio che non tradisce, che non chiede l’aumento, che non lo abbandona. Per questo a vincere davvero è quell’autore che riesce a fidelizzare il lettore al di là di ciò che scrive, quell’autore che è capace di far sentire l’aria di casa, a prescindere dal tema trattato.

Internet, i blog, i social network aiutano, forse, rendendo più semplice tutto il processo. Forse perché, in fondo, il web è un’arena piana in cui ci si confronta alla pari, in cui i fan si comportano come se fossero i tuoi vicini di casa: più il personaggio è famoso, più sarà variegata la tipologia di persone con cui ci si ritrova a contatto. Persone che non riconoscono la differenza tra la finzione e l’identità del suo creatore, curatore nel caso di Rrobe e Dylan.

Prima per fare fumetti servivano le pellicole, oggi basta un foglio, una penna e una connessione internet.
Fenomeni come quello di Zerocalcare, di Sacro e Profano, e di Gianus lo dimostrano. Straordinari ma a rischio, perché il web esalta tanto velocemente quanto brucia.
Riusciranno a resistere nel tempo, a dominare la velocità evolutiva di internet?

E a proposito di resistenza, riuscirà il digitale a soppiantare il cartaceo? Questa è una domanda non soltanto dell’editoria del fumetto, e in entrambi i casi credo possa trovare risposta nelle parole dei due ospiti. Il digitale prevarrà quando ci saranno i supporti adatti ad esaltarlo. Leggere un fumetto su file non produce le stesse sensazioni del formato fisico, e non si parla tanto dell’odore della carta, quanto dell’esperienza percettiva in toto. Il cartaceo è un oggetto di pregio, capace di risultare narrativo nel momento stesso in cui viene preso tra le mani: se ne sente il peso, viene sfogliato e se ne percepisce la storia che sta per raccontare. Il volume fisico porta con sé dei ricordi, stuzzica la fantasia. Potrà mai il digitale trasmettere le stesse sensazioni?

Da sinistra: Leo Ortolani, Roberto Recchioni e Daniele Pignatelli (proprietario della Libreria del fumetto “Comic House”).

Gli argomenti sono tanti, così come le domande che si susseguono. Si parla della distribuzione, l’antitesi tra Bonelli da edicola e Panini da fumetteria. Vengono menzionate le lodevoli iniziative di chi cerca di accorciare la distanza coi lettori, in primis Coconino Press e BAO Publishing.

Le origini del personaggio di Leo, il #100 di Ratman, il blog, i vecchi lavori e quelli futuri: uscirà mai un Omnibus?

Il Dylan Dog di Rrobe, e le due fasi della rivoluzione; l’evoluzione di Bonelli, aperta al colore, aperta al rinnovamento, aperta anche a giovani volenterosi? L’editrice emblema del fumetto italiano si dice al completo, eppure per il talento c’è sempre spazio, lo si crea, parola di Recchioni. Ma deve valerne la pena.

E sicuramente è valsa la pena rimanere fino all’ultimo per ascoltare ogni singola parola pronunciata, per assistere al disegno a quattro mani esposto adesso nella Libreria del fumetto Comic House, e per incolonnarsi nella lunga fila dal premio invitante: uno sketch, una dedica, anche solo un saluto e una stretta di mano (o una foto, nonostante le parole di Ortolani che proprio non sa capacitarsi di questa moda).

Il disegno a quattro mani.

Le parole non sono abbastanza, non esauriscono le emozioni provate, e non ci riuscirà neanche il video che proponiamo. Sicuramente, però, può aiutare.

Enjoy!

Redazione

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