[Esclusiva] C4 Chiacchiere con… Francesco Savino – Vivi e Vegeta
In queste ultime settimane vi abbiamo parlato spesso di Vivi e Vegeta, il nuovo web-comic di Francesco Savino e Stefano Simeone. Lo scorso lunedì su Verticalismi è uscito il primo episodio e abbiamo quindi pensato di incontrare l’autore dei testi per fargli qualche domanda sulla genesi di VeV. Francesco si è reso disponibile per una chiacchierata, un modo come un altro per conoscere da vicino la sua passione per l’apicoltura. Come? Cosa c’entra l’apicoltura con il fumetto? Leggete l’intervista e lo saprete. Un solo avvertimento: fa ribaltare dal ridere, quindi leggetela vicino a un divano o a qualcosa di morbido, che poi vi fate male e non vogliamo avervi sulla coscienza. Enjoy!
C4Comic: Ciao Francesco e benvenuto su C4Comic.it, è un piacere averti tra noi!
Francesco Savino: Ciao, ragazzi… e grazie a voi! Ne approfitto per ringraziarvi per tutto il lavoro che state svolgendo attorno a Vivi e Vegeta!
C4C: Francesco, qui su C4C la prima domanda è in realtà uno spazio a disposizione dell’ospite per raccontarsi un po’ a ruota libera. Approfittane, dilaga e riempici di informazioni: chi è Francesco Savino?
F. S.: Cavolo, partiamo con le domande difficili! In realtà sto ancora cercando di capirlo io, ma per ora quello che posso dirti è che, arrivato a ventott’anni, non ho ancora smesso di sfornare freddure di pessimo gusto e di improvvisare stupidi, stupidi giochi di parole. Il titolo di Vivi e Vegeta nasce proprio da questa mia tendenza malsana, e non so se ho mai reso abbastanza pubblica l’idea di inserire nella serie una scena in cui dei rapitori entrano in una banca e, puntando la pistola contro una melanzana, gridano: “Fermi tutti, ho un ortaggio!” Ecco. Per il resto, posso dirti che mi piace poco parlare di me (ma forse questo si era capito dal modo in cui ho divagato finora), che sono laureato in psicologia e che ho interrotto gli studi per dedicarmi a tutto tondo alla mia vera passione: l’apicoltura. Scusate, chiaramente volevo dire “fumetti”.
A tal proposito, sento di voler lanciare un appello a tutti i genitori preoccupati perché loro figlio preferisce seguire la strada dei fumetti piuttosto che quella dell’apicoltura… tranquilli, anche se molto più pericoloso e insidioso, il campo dei fumetti può dare parecchie soddisfazioni! Perciò, se avete un figlio che manifesta il desiderio di affacciarsi nel mondo della nona arte, lasciatelo libero. Se vuole, fategli frequentare scuole, girare per le fiere più importanti del settore, creare book di disegni da mostrare in giro. Visto che si tratterà sicuramente di un ragazzo intelligente, sarà perfettamente in grado di capire da solo che l’apicoltura è una strada molto più sicura.
C4C: Entriamo nel vivo dell’intervista. Sei giovanissimo eppure nel tuo curriculum non mancano menzioni speciali al Lucca Project Contest, collaborazioni con Star Comics e BD, editor e traduttore per BAO Publishing e in ultimo un numero di Long Wei, scritto a quattro mani con Diego Cajelli. Non male per uno psicologo!

La cover del nr. 11 di Long Wei, intitolato “La Mano”, di cui Francesco è stato co-sceneggiatore assieme a Diego Cajelli.
F. S. : Okay, mi sa che è arrivato il momento di rispondere in modo serio. Ti ringrazio per il “giovanissimo”, ma se mi vedessi in questo momento sono seduto con una coperta di pile sulle gambe, sorseggiando brodo di pollo e pensando alla lauta cena a base di pastina che mi aspetta stasera! Appurata la mia reale età mentale, posso confessarti che mi ritengo piuttosto fortunato. Tutte le esperienze che hai elencato mi hanno arricchito di un bagaglio umano e culturale di cui ho sempre cercato di fare tesoro per migliorare. Dall’esordio in Star Comics (in coppia ai testi con Adriana Coppe) all’esperienza di Long Wei insieme al maestro (in tutti i sensi, o sensei) Diego Cajelli, passando dalla BD con il Lucca project contest, sono cambiato molto sia nel modo di scrivere sia nel modo di leggere il fumetto.
Senza nulla togliere a quelle appena elencate, sicuramente l’esperienza che mi ha permesso di crescere di più è quella che sto vivendo da qualche anno come editor per la Bao Publishing. Michele, Caterina e Leonardo mi hanno dato un’occasione incredibile, che mi sta permettendo di capire cosa significa lavorare davvero nel mondo del fumetto. Ecco, se oggi sono – e spero di esserlo – in grado di gestire una “produzione” come quella di Vivi e Vegeta è soprattutto grazie a loro.
C4C: Francesco è uscito su Verticalismi il primo episodio di Vivi e Vegeta, la prima serie da te creata e che vanta collaboratori e autori di tutto rispetto come Stefano Simeone, ma non solo. Vuoi parlarcene?
F. S. : Per continuare idealmente il filo della risposta precedente, posso dirti che gestire per la prima volta una squadra del genere è responsabilizzante e, allo stesso tempo, molto appagante. Coordinare tutti richiede una certa progettualità, ma per fortuna sono stato bravo a scegliere professionisti dalla visione molto simile alla mia e la competenza perfino superiore. Stefano Simeone, in tandem con Lorenzo Magalotti, sta realizzando dei disegni che non fanno altro che migliorare di capitolo in capitolo. Stefano è un ottimo compagno di lavoro: non solo è sempre attento agli stimoli che gli offro ed è molto ricettivo verso le mie sceneggiature, ma da bravo co-creatore mi fornisce una quantità di idee tali che a volte mi tocca fermarlo! Roberta Ingranata alle copertine sta mostrando tutto il suo potenziale da illustratrice, valorizzando il mondo che ho creato con delle stupende immagini che al tempo stesso riescono a stupire e a suggerire i diversi livelli di lettura della serie. La parte grafica, impersonata da Lorenzo – Officine – Bolzoni, è la garanzia della perfezione, della tecnica e professionalità. Sapere che sarà lui a occuparsi del lettering e dei vari aspetti grafici della serie è decisamente rassicurante. Certo, mi tocca corromperlo con pizza e birra, ma ne vale assolutamente la pena.
La vera sorpresa, invece, è che presto vedremo comparire tra le pagine di Vivi e Vegeta una guest star che sono particolarmente orgoglioso di ospitare sulla serie. Anche se per ora non svelo la sua identità, i suoi disegni coccolosissimi saranno perfetti per lo speciale di Natale!
C4C: Com’è nata l’idea di ambientare un web-comic nel regno vegetale?

La splendida cover variant del primo episodio, disegnata in esclusiva per C4Comic da Roberta Ingranata.
F. S. : L’idea di creare un mondo popolato da fiori e piante credo che sia stata di Stefano. Io avevo solo disegnato – malissimo – un cactus di cui volevo che lui realizzasse un omaggio. Ma Stefano non si accontenta mai, e così mi ha subito lanciato la sfida. Sfida che ho raccolto creando un regno in cui ho inserito un certo tipo di vissuto legato a determinati tipi di alimentazione che mi portavo dentro da un po’. A quel punto mi sono divertito a creare personaggi floreali che, se in parte rispondevano all’idea che gli esseri umani hanno di loro, in realtà vogliono smontare la tipica concezione a cui sono associati per creare un nuovo punto di vista.
E, come direbbero quelli fighi delle trasmissioni di cucina: il piatto è servito!
C4C: Vivi e Vegeta nasce come prodotto per il web, quindi fruibile gratuitamente per chiunque. In futuro sarà possibile una versione cartacea della storia? Confesso che, egoisticamente, spero in una risposta positiva!
F. S. : E, a essere sincero, ci spero anche io! Quando abbiamo pensato a Vivi e Vegeta l’abbiamo immaginato subito per un formato digitale, e Verticalismi ci sembrava il luogo ideale. Volevamo sperimentare, creare qualcosa di diverso, sentirci liberi. Ciò non toglie che, se un giorno qualcuno dovesse dirsi interessato alla pubblicazione della serie per una versione cartacea, ne saremmo contentissimi!
C4C: Leggendo il primo capitolo di Vivi e Vegeta, la scrittura e il ritmo dei dialoghi mi hanno ricordato molto il Vaughan di Saga. L’efficacia delle battute, l’atmosfera cupa e claustrofobica che si respira nel distretto rendono Vivi e Vegeta un prodotto fresco e originale, che mantiene tutta la sua essenza pur essendo accostabile alle serie best seller del fumetto moderno. C’è qualcosa in particolare, che sia serie o autore, che ti ha ispirato?
F. S. : [Diventa rosso]
[Ripensa al momento in cui è riuscito a balbettare qualche parola a Brian Vaughan]
[Si asciuga la lacrimuccia]
[Si schernisce]
[Risponde serio ringraziando e dicendo che il paragone con Brian Vaughan lo riempie di orgoglio]
Cavolo, grazie! Il paragone con Brian Vaughan mi riempie di orgoglio! Non ti nego che la scrittura di Vaughan, soprattutto quella di Saga, mi ha ispirato molto nella creazione di Vivi e Vegeta! Naturalmente sono perfettamente consapevole che per diventare un decimo bravo quanto lui ho ancora chilometri e chilometri di strada in salita da fare, ma se sono riuscito anche solo per un attimo a farti pensare a Saga, la cosa mi fa scendere davvero la lacrimuccia! Oltre Saga, come già detto, la fonte di ispirazione principale a fumetti è Chew, serie di John Layman e Rob Guillory dallo stile folle e assolutamente innovativo.
Probabilmente, però, se c’è un lavoro che mi ha fatto respirare e assorbire le atmosfere giuste, quelle a cui mi sono rifatto e a cui punto, è la prima stagione della serie televisiva di True Detective. Scoprirla, per me, è stato un fulmine a ciel sereno. L’analisi dei personaggi è un punto di vista che mi interessa sempre molto, sia come scrittore che come spettatore, e trovare un “giallo” in cui l’aspetto predominante è quello dell’esplorazione dei protagonisti è stato fonte di ispirazione. Il livello di scrittura della serie, poi, secondo me è di una qualità a cui ogni sceneggiatore dovrebbe aspirare.
C4C: Vabbé con True Detective sfondi una porta aperta. Per il sottoscritto è la serie dell’anno (insieme a Gomorra). Ma torniamo a noi, quanto tempo è occorso per mettere in piedi un’opera come Vivi e Vegeta?
F. S. : Il primo seme di Vivi e Vegeta è stato sicuramente gettato a San Valentino, quindi febbraio 2014. L’incontro con Stefano è avvenuto qualche settimana dopo, e in quel momento abbiamo creato il mondo della serie. L’inizio effettivo dei lavori credo che sia avvenuto poco prima dell’estate, e da quel momento in poi ritmo serrato con conseguente ampliamento della squadra. Stiamo correndo come pazzi, quindi la risposta ufficiale potrebbe essere “dieci mesi molto, molto intensi”.
C4C: Francesco l’ultima domanda, così come la prima, è una sorta di trademark di C4C. Qual è la tua kryptonite?
F. S. : E con questa chiudiamo il cerchio aperto con la prima domanda. La mia kryptonite sono gli insetti! Altro che apicoltura, ho una paura dannata di tutti gli insetti. Il bello è che, probabilmente, la mia diffidenza verso i fiori proviene proprio dalla stretta vicinanza che hanno con queste brutte bestie. Roberta, anche lei piena di idee che poi mi tocca rimuovere, una volta mi ha proposto di scrivere una storiellina in cui compaiono api mediche che gestiscono una sala medica di prelievi dai fiori. Non ricordo ancora per quanto tempo ho pianto, ma credo di aver dovuto guardare Shining almeno un paio di volte, prima di tranquillizzarmi. Ecco perché quando mi chiedono se in Vivi e Vegeta ci sono gli animali, di solito mi chiudo in un silenzio imbarazzato e visualizzo il mio luogo sicuro in cui i fiori sono finti e le api si sono trasferite.
(Per i miei amici apicultori: scherzo, vi voglio bene, se non avessi fatto il fumettista ora sarei uno di voi.)
C4C: Grazie mille per la disponibilità, Francesco. È stato un piacere averti come ospite. In bocca al lupo per Vivi e Vegeta, noi intanto restiamo in fremente attesa di vedere i Girasoli Killer!
F. S. : Grazie a voi per avermi sopportato fin qui!
E sì, non vedo l’ora di far scendere in campo i Girasoli! Sperando che la loro attività di killer si estenda anche alle zanzare!