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[Esclusiva] C4 Chiacchiere con… Gigi Simeoni

Nuova intervista in casa C4 Comic, oggi è la volta di Luigi “Gigi” Simeoniautore da anni affermato nel palinsesto fumettistico, che dal 2013 lavora al progetto del nuovo rilancio di Dylan Dog.

C4Comic: Ciao Luigi. Innanzitutto parto con il ringraziarti per averci concesso quest’intervista e ti do il benvenuto su C4Comic.
Luigi: Grazie a voi.

C4Comic: Sei un autore ormai affermato nel palinsesto fumettistico, com’è nata questa tua passione?
Luigi: Credo sia nata con me. Da piccolo disegnavo molto, anche tre ore al giorno, e guardavo con interesse i fumetti di allora, anche prima di avere imparato a leggere.

C4Comic: Cosa significa per te disegnare?
Luigi: Il disegno è uno strumento accessorio alla mia voglia innata di raccontare. Nel corso degli anni l’ho elaborato, approfondito e rifinito. E sono ancora al lavoro. È fondamentalmente una necessità per esprimermi.

C4Comic: Come si svolge il tuo processo creativo e quali sono stati i principali disegnatori che ti hanno influenzato?
Luigi: In genere lavoro sempre, senza staccare mai. Quindi il processo creativo inizia quando mi sveglio: le suggestioni di quanto i miei famigliari raccontano a colazione, ciò che sento al radiogiornale, ciò che leggo nei libri, una frase buttata lì da un amico… Poi, quella frase o quella suggestione possono germinare e sfociare in un’idea, che poco alla volta prende forma di racconto. Solo in seguito può diventare un fumetto, un’idea per un romanzo o altro. Da piccolo adoravo le storie Disney disegnate da Giorgio Cavazzano. Poi leggevo Popeye (quello disegnato dal suo creatore originale, Elzie Crisler Segar), le strisce di Blondie & Dagobert di Chick Young, Beetle Bailey di Mort Walker… tutta roba già vintage allora. Sono nato amando il vintage. Poi, da ragazzo, ho scoperto Magnus, Manara, Pratt, Moebius, Bilal, Caza, Abuli & Bernet, Pazienza, Corben, Segrelles… Saltavo da un genere all’altro con estrema disinvoltura. Il piatto era molto ricco, allora.

C4Comic: “Gli occhi e il buio” e “Stria” sono due dei tuoi albi che raccontano magistralmente drammi profondi. Cosa ti ha spinto a creare storie con temi così tragici? È stato difficile per te approcciarti a questo tipo di temi?
Luigi: Quella de “Gli occhi e il buio” è una storia complessa e dipanata negli anni. Già al liceo sfioravo l’idea dell’estrema libertà di un artista, capace di spingerlo fino al limite della Legge e oltre. Ma non ero ancora strutturato per darle un aspetto completo, di racconto. Poi, più avanti (circa una quindicina di anni fa), volevo scriverla come soggetto per Dylan Dog, ma mi rendevo conto che servivano molte più pagine. Così, la lasciai decantare fino a che non mi si presentò l’occasione adatta per farmi avanti: il varo della collana “Romanzi a fumetti”.
E fu un successo, soprattutto di critica. Io venni identificato come un autore completo (anche se già da anni scrivevo e disegnavo molte delle mie storie). Mi si propose anche una trasposizione cinematografica, ma il costo si rivelò troppo elevato per gli standard produttivi italiani. Così, in occasione del secondo romanzo grafico, pensai a “Stria”, che era una storia originale e molto drammatica (visto che mi venivano bene) e soprattutto, in “caso di film”, sarebbe stato uno sforzo produttivo affrontabile. Staremo a vedere se ci ho visto giusto. In ogni caso, la tematica delle psicopatologie collegate al mondo delle ombre e al soprannaturale mi ha sempre affascinato.

C4Comic: Vietti ed Enoch su “Dragonero” hanno dimostrato che uno sceneggiatore di fumetti è prima di tutto uno scrittore. Hai dimostrato di avere grande dimestichezza sulle storie ad ampio respiro (“Gli occhi e il buio” e “Stria”), ti vedremo mai in libreria con un testo pieno zeppo di sole parole?
Luigi: Io ho due romanzi pronti, attendo di trovare un editore seriamente interessato a prenderli sotto braccio e leggerli con attenzione. Uno è la novellizzazione de “Gli occhi e il buio”, con approfondimenti su personaggi e ambienti. Il secondo è totalmente inedito, un bellico-avventuroso.

C4Comic: “Hammer”: ormai manifesto del fumetto che esplora il cyberspazio torna in edicola con Mondadori Comics dopo vent’anni. Orgoglio e onore. Come rivedi una delle tue prime creature che ormai ha superato l’età in cui ha bisogno del supporto paterno?
Luigi: “Hammer” è sempre rimasto nel mio cuore e in quello dei miei colleghi e co-autori della miniserie. Credo molto in quella formula narrativa e nei tre personaggi principali, che sono antieroi per eccellenza. Metto sempre qualcosa di “hammeriano” nelle cose che faccio.

C4Comic: Qual è stata per te la sfida più difficile?
Luigi: Per me le sfide sono opportunità, mai qualcosa da temere. Quindi, più che difficile direi “più impegnativa”. “Gli occhi e il buio”, che era non solo un’opera ambiziosa, ma era anche difficilissima da raccontare senza scadere nell’”effetto cartolina” della Belle Epoque. Inoltre, di fronte all’editore e al pubblico, era il mio lasciapassare per salire di livello e credibilità.

C4Comic: Non è uscita da molto la tua storia su Dylan Dog “Anarchia nel Regno Unito”, quali sono i tuoi nuovi progetti?
Luigi: Sto scrivendo molte cose, quasi tutte per Dylan Dog (oltre ad “Anarchia” ho all’attivo sette storie finite, e altre tre in fase di soggetto. I disegnatori saranno, oltre a un paio disegnate da me e a un altro paio in attesa di disegnatore, Giorgio Pontrelli, Emiliano Tanzillo, Werther Dell’Edera, Fabio Celoni… Poi ho due storie già quasi completate per “Le Storie”, un western e uno Sci-Fi, assegnate a due esordienti di grandissimo talento: Beppe Baiguera e Alessandro Giordano.

C4Comic: Ti ritroveremo su “Le Storie”?
Luigi: Come detto, tra non troppo tempo (spero!). Per una storia tutta mia, per ora non prevedo progetti. Ma non è mai detto, domani mattina potrtebbe venirmi un’ideuzza…

C4Comic: Nel corso della tua carriera hai estratto dal cilindro della tua fantasia innumerevoli storie che sono agli antipodi tra di loro. Astronavi, futuri apocalittici, psicolabili mimetizzati tra la folla e adesso su Dylan Dog una rivolta popolare. Qual è la storia perfetta che scriverebbe Gigi Simeoni senza pensare ai limiti editoriali?
Luigi: Ho la fortuna, e la costanza, di aver sempre potuto realizzare quello che volevo. Credo però che mi piacerebbe tornare a fare anche il comico-grottesco. Magari in salsa erotica.

C4Comic: Siamo giunti alle domande più personali:
Qual è il tuo fumetto preferito?
Luigi: Torpedo, di Abuli & Bernet. Ma selezionarne uno solo mi costa molta sofferenza… perché Alan Ford insidia la prima posizione.

C4Comic: Quale consiglio daresti a un aspirante fumettista?
Luigi: Di non tenere le sue cose chiuse in un cassetto e dentro di sé. Di farle vedere a quante più persone riesce, per avere subito la “botta”: applauso o critica. Serve tutto, per farsi le ossa.

C4Comic: C’è una delle tue storie in particolare che ti rende più orgoglioso, che sia per le tematiche che sei riuscito a trattare, per la risposta del pubblico o per la resa finale?
Luigi: Amo molto “Stria”, perché c’è molto di personale. Del mio background amarcord.”Gli occhi e il buio” è stata la tesi di laurea.

C4Comic: Concludo con l’ultima domanda di rito di C4Comic: qual è la tua Kryptonite?
Luigi: La stupidità, i ragni pelosi e i piedi brutti.

C4Comic ringrazia Luigi Simeoni per la disponibilità e la gentilezza concessa.

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