Al momento in cui sto scrivendo queste righe il conto dei morti è fermo a dodici ma, degli otto feriti quattro sono in condizioni disperate. Eppure non si tratta del resoconto macabro di un incidente ferroviario, o di un qualche tipo di scontro nel mezzo di una zona di guerra. Oggi a Parigi la redazione di un giornale, Charlie Hebdo storico settimanale satirico francese, è stata attaccata da un commando di uomini incappucciati ed armati di fucile automatico ak-47.
Ora, C4 Comic non fa politica e non ne vuole fare ma l’attacco ad un settimanale che, tra le innumerevoli altre cose parla di e con i fumetti, ci colpisce duramente. Non perché siano coinvolti dei fumettisti, tra i morti ci sono anche rappresentanti delle forze dell’ordine e il cordoglio non è minore, ma perché oggi è stata attaccata la cultura e la libertà di parola nella città che di questi diritti è stata la culla. Questo è veramente inaccettabile. L’ultima organizzazione che pensava fosse una buona idea distruggere la cultura bruciava i libri nelle adunate a Norimberga.
Non sappiamo con certezza chi abbia attaccato la redazione. I primi rumori dicono di un commando fondamentalista islamico, addestrato e pesantemente armato. Eppure l’Islam è qualcosa di profondamente diverso, una cultura di tremila anni non può essere rappresentata da questi atti e da questa gente. L’immagine principale di questo articolo è la stessa che da pochi minuti campeggia sulla prima pagina del sito internet di Charlie Hebdo. Perché il sangue versato oggi, e la perdita di firme incredibili del fumetto francese come Georges Wolinski, Cabu (Jean Cabut), Tignous (Bernard Verlhac) e Charb (Stéphane Charbonnier), il direttore della rivista, non fermeranno la cultura e la satira. Perché poter ridere di tutte le cose che ci circondano, compresa la religione qualunque essa sia, è la prima forma di libertà e non permetteremo a qualche fanatico di togliercela.
C4Comic è vicina alle famiglie delle persone assassinate e dichiara il proprio disgusto per questo vile attentato.
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