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[Esclusiva] C4 Chiacchiere con… Farenz

Come ormai avrete capito, una cosa in particolare contraddistingue C4 Comic: non ci accontentiamo mai. Non appena lanciamo un concorso, una rubrica, un’intervista, siamo già al lavoro per buttare giù qualcos’altro, per darvi qualcosa di diverso, per cercare di regalarvi un nuovo contenuto interessante.

Be’, con questa intervista imbocchiamo una strada che da oggi in poi calcheremo frequentemente. Abbiamo sempre detto che C4 Comic si interessa di fumetto a 360 gradi e lo abbiamo dimostrato con le recensioni cinecomic a cura di Alessandro Di Giulio, con l’unboxing del cardgame di Jenus, con diverse news riguardo argomenti affini al mondo dei fumetti.

Oggi proponiamo, per la prima volta, un’intervista ad una persona che non si occupa in alcun modo di fumetti, ma che, come vedremo, ha molto da dire riguardo all’interazione tra questi e il mondo videoludico. Sto parlando di Marco “Farenz” Farina, youtuber tra i più amati in Italia con il suo canale “Angolo di Farenz” online dal 2008, completamente dedicato al mondo videoludico, e autore di “Press Play on Tape – Storie di un videogiocatore senza Commodore 64″, edito da Limited Edition Books e acquistabile sul loro store online.

Dubito che in molti di voi saranno arrivati fin qua: la maggior parte saranno immediatamente schizzati in basso alla prima domanda… E come dargli torto? Il pippone dell’intervistatore è finito: godetevi l’intervista a Farenz!

NV: Ciao Marco, benvenuto su C4 Comic. La nostra redazione è solita lasciare che siate voi ospiti a presentarvi: chi è Farenz?
Farenz: Chi è Farenz. Sono io. Cremonese DOC classe 1981. Videogiocatore da millenovecentottantroppianni fa, nel 2008 decido di aprire un canale su Youtube in cui parlare della mia più grande passione. La gnagna? Ovviamente no: i videogiochi.

NV: Sei uno dei nostri primi ospiti che non si occupa di fumetti, ma ormai l’intermedialità collega pressoché qualunque ambito dell’intrattenimento. In generale, qual è la tua opinione riguardo la storia che ha contraddistinto fino ad oggi i videogiochi ispirati al mondo del fumetto?
Farenz: È molto difficile rispondere ad una domanda così generale: in genere i giochi su licenza vengono sempre visti con estremo sospetto, sia perché si teme che siano giochi estremamente “only for fans”, sia perché ciò nella stragrande maggioranza dei casi è vero. Però, se da un lato i giochi tratti da film in genere si contraddistinguono per il loro scarso livello qualitativo, è anche vero che più spesso il mondo degli anime si fonde con quello dei videogiochi in maniera decisamente più convincente, forse anche a causa della maggior vicinanza tra le due realtà.

NV: Scendendo più nello specifico, credo che la serie “Batman: Arkham” meriti una parentesi a sé. Dopo Arkham Origins, ritroviamo allo sviluppo Rocksteady per l’episodio in arrivo nel 2015: che cosa pensi di questa saga?
Farenz: Non ho mai nascosto di non amare alla follia l’uomo pipistrello, anzi. Tuttavia la trilogia di Arkham uscita negli ultimi anni (per pura combinazione sto giocando ad Origins proprio in questi giorni) mi ha convinto davvero moltissimo, sia per un gameplay solido ed efficace, sia per l’aver saputo ricreare l’atmosfera tipica del fumetto. Arkham Knight è uno dei titoli che più attendo di questo 2015 appena cominciato.

NV: Negli ultimi anni si sta affermando la realtà di Telltale Games: da The Walking Dead a The Wolf Among Us, ispirato a Fables, e ora Game of Thrones. Ti piacciono le avventure grafiche?
Farenz: Partiamo dal presupposto che per me le avventure grafiche sono e rimarranno quelle di fine anni ’80 / anni ’90. Quelle di oggi sono ciò che più ci si avvicina, ma non raggiungono nemmeno lontanamente il livello di avventura/sfida che i giochi della Lucasarts, per esempio, proponevano. Fatta questa premessa doverosa, reputo però queste nuove “avventure grafiche” sicuramente interessanti e la prima stagione di The Walking Dead di Telltale la piazzai al primo posto della mia “Top Ten 2013″. Adoro sentirmi il “conduttore” di queste esperienze videoludiche e l’inserimento massiccio di scelte morali all’interno del gioco soddisfa ampiamente questa mia sete di comando.

NV: Le trasposizioni videoludiche offrono una concreta possibilità di immedesimarsi con il proprio eroe, regalando la sensazione di muoversi nei suoi panni. Purtroppo però, eccezion fatta per l’esempio appena visto riguardante il Cavaliere Oscuro, trovo che quando si parla di fumetti il mondo videoludico offra il meglio di sé principalmente nei
picchiaduro (Dragon Ball, Naruto, Marvel vs Capcom), in chiave umoristica (Lego Marvel Super Heroes, Lego Batman) o, come dicevamo, in avventure grafiche. Pensi che ci siano alcune oggettive difficoltà nel riuscire a trovare la giusta formula per creare un buon action/adventure basato su questo tipo di personaggi?
Farenz: Più che altro il problema credo risieda soprattutto nei budget investiti, che spesso non sono stellari proprio perché si spera di “investire poco per guadagnare tanto” grazie al solo affetto dei fan che compreranno a prescindere il prodotto finale, anche solo perché c’è Goku in copertina. È però vero che, per fortuna, esistono eccezioni, come appunto la già citata trilogia di Arkham.

NV: Qual è il titolo legato al mondo dei fumetti che preferisci?
Farenz: Fra quelli giocati recentemente direi Arkham City, perché ha saputo migliorare il già ottimo Asylum. Fra quelli un po’ più vecchiotti, apprezzai molto Dragon Ball Budokai Tenkaichi 3 per PS2, l’ultimo vero gioco di Dragon Ball che ho giocato con gusto.

NV: C’è invece qualche personaggio dei fumetti che ti piacerebbe vedere protagonista di una bella trasposizione videoludica?
Farenz: Quando nel 2010 giocai a Fist of the North Star – Ken’s Rage, mi divertii come un matto, ma riconobbi gli enormi limiti del gioco. Si trattava di un classico musou, basato quindi su meccaniche ripetute all’infinito e da intelligenza artificiale inesistente. Ecco, mi piacerebbe un action basato sulla saga di Ken, ma qualitativamente rilevante.

NV: Percorriamo la strada inversa: sono sempre più i videogiochi che raggiungono la fumetteria con un albo a vignette. Pokémon, Assassin’s Creed, Zelda (con un quantomeno opinabile Link chiacchierone), Tomb Raider, God of War e numerosi altri. Al di là dell’evidente e giustificata operazione di marketing che sta dietro a queste pubblicazioni, ritieni che quella di approfondire il mondo di un videogioco su un altro media sia una strada interessante da percorrere?
Certamente, anche se non è per tutti.
Mi spiego meglio con un esempio. Prendiamo un Assassin’s Creed qualsiasi. Non mi dispiacerebbe affatto approfondire le vicende di un particolare protagonista, a patto però che si tratti di un “qualcosa di più”. Mi è capitato in passato di non cogliere alcuni aspetti di un titolo appartenente a un brand e di chiedere spiegazioni ad amici più infoiati di me. La risposta è stata “certo, non puoi aver capito quel passaggio, perché è presente nel libro”. Ecco, questa politica non riesco a digerirla.

NV: In passato alcuni youtuber si sono lamentati del trattamento che gli è stato riservato alle fiere del fumetto. Qual è il tuo rapporto con questo tipo di eventi?
Farenz: A dir la verità non sono una persona che frequenta molte fiere del fumetto, anzi, direi proprio poche ed in genere quelle relativamente vicine a Cremona. Purtroppo il lavoro non mi consente moltissime trasferte, quindi cerco di partecipare appena posso… Ma non sempre riesco. Le mie tappe fisse da qualche anno sono il Mantova Comics & Games e il Lucca Comics & Games. Che dire? Non so in cosa consistano le polemiche espresse da altri miei “colleghi”, ma a queste fiere partecipo per lo più in qualità di visitatore o al massimo le sfrutto per raduni con i ragazzi che seguono l’Angolo.

NV: Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi che, come te, vorrebbero aprire un canale su YouTube?
Mi sento di consigliare qualcosa di veramente banale, ma che in molti purtroppo tengono poco in considerazione. Concentratevi sui contenuti, su ciò che volete trasmettere allo spettatore. Non sul “Farenz, come faccio ad avere un canale con migliaia di iscritti?”. Se voi puntate a quello, specialmente oggi che chiunque può caricare video girati col cellulare, perderete in partenza.
Puntate tutto sulla qualità e sul divertirvi nel far ciò. Se gli ascritti arriveranno, ben venga. Altrimenti, avrete pur sempre fatto qualcosa che vi è piaciuto realizzare.

NV: Dopo “Press Play on Tape: Storia di un videogiocatore senza Commodore 64″, il tuo libro uscito a novembre e attualmente disponibile sia in libreria sia su Amazon, oltre che sul sito della casa editrice, quali sono i tuoi prossimi progetti?
Farenz: Ho recentemente cambiato lavoro e il già poco tempo libero è ulteriormente diminuito. Per ora il mio progetto è andar avanti con gli articoli sull’Angolo e coi video sul canale. Sarebbe già un ottimo risultato.

NV: Chiudiamo con una domanda che è diventata ormai un marchio della nostra redazione: qual è la tua Kryptonite?
Farenz: I video di gameplay. Non li sopporto e li reputo veramente poco spontanei.

NV: Grazie mille per la tua disponibilità, Marco, e in bocca al lupo per i tuoi futuri progetti!
Farenz: Grazie a te per l’ospitata e grazie ai lettori di questa intervista. Grazie mille anche per avermi posto domande un po’ diverse del solito e non “È meglio PS4 o One?”.

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