Montana, 1908: un cavaliere emerge dall’orizzonte. È Ken Parker, ha il viso segnato dalle rughe, si vede che ne ha passate tante in sessant’anni. Scorge una casa di coloni. Si ferma: vede quel che resta di un uomo ucciso barbaramente. Cercando di capire, trova la foto di una famiglia della quale sembra non esserci più traccia. Poi i ricordi lo travolgono.
Sarà un addio di 144 pagine, un ultimo saluto del più romantico avventuriero del west per tutti quelli che in questi anni hanno avuto l’occasione di leggere le sue storie, perdersi tra le sue tavole e innamorarsi di lui di albo in albo, di edizione in edizione. Non è cosa semplice scrivere di lui, bisogna essere onesti: in queste righe che state leggendo stiamo parlando di un’autentica leggenda di carta e inchiostro. A noi, piccoli profani del web, l’unica cosa che rimane da fare è farci da parte e affidarci alle parole dei padri creativi, nell’intervista di Luca Raffaelli contenuta nell’inedito volume conclusivo.
Mi sono arrovellato molto per capire quale fosse la continuazione giusta per una saga interrotta vent’anni fa, e per una persona – non riesco a pensare a Ken come a un personaggio – che esce di galera con un inevitabile bagaglio di sofferenza, violenza e disperazione. Naturalmente, c’erano tante cose da dire, tanti comprimari da ritrovare, però avevo una sola storia da svolgere, così mi sono concentrato sul protagonista: un sessantenne, con i limiti fisici dell’età, ancora deciso ad affermare i propri valori e a lasciare una piccola dignitosa traccia del proprio passaggio in questo mondo.
La famiglia di Ken ha cambiato la mia vita e l’ha resa più calda di affetto e di amicizia. Vorrei stringervi tutti in un abbraccio, augurandovi di realizzare i vostri sogni come io ho realizzato i miei. Grazie. Ci vediamo da qualche parte, in una qualche prateria. So long. (Giancarlo Berardi, sceneggiatore)L’aver esaurito questo percorso mi permette oggi di continuare la mia strada, intrapresa nel 2004, verso idee e incontri nuovi che mi aiutino a perseverare nel provare stimoli ed emozioni per questo straordinario lavoro. (Ivo Milazzo, disegnatore)
Cercate di capirci, non c’è nulla da aggiungere a queste parole cariche di amore paterno e commozione. Possiamo soltanto scrivere “Addio, Ken Parker! Grazie di tutto”.
Fonte: mondadoricomics.it
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