C4 Classifica: le 10 storie più belle di Spider-Man
Spider-Man è l’eroe Marvel Comics più famoso e conosciuto sia da grandi che piccini.
Ha vissuto tantissime avventure, raccontate: nei fumetti, al cinema e sulla TV, non è facile, quindi, dover scegliere solo dieci storie da inserire in questa classifica, ma come faccio sempre in queste situazioni limite (si fa per dire), mi affiderò al mio spirito guida nerd.
Dopo aver letto la classifica, i fan di vecchia data di Spidey potrebbero facilmente intuire la mia età, perché non vi troveranno le storie più famose e belle degli anni settanta.
Come probabilmente immaginerete, sono figlio degli anni ottanta e sono cresciuto con i fumetti di quel decennio e quello successivo e per questo motivo sono sentimentalmente più legato a quel era.
Un avviso: nella classifica sono presenti alcuni dettagli dei fumetti di cui parlo
1. L’ultima caccia di Kraven
J.M. De Matteis (storia) – Mike Zeck (disegni)
Probabilmente il racconto più acclamato e famoso dell’Uomo Ragno.
Il psicanalitico De Matteis utilizza un approccio molto più adulto e duro delle solite storie dell’Arrampicamuri.
La star del fumetto è Kraven il Cacciatore, che per come viene descritto e caratterizzato, ricorda molto il mood gotico, dark e malvagio dei nemici psicopatici di Batman.
Lo scontro tra l’eroe e il criminale va oltre le normali schermaglie che si leggono nei comics, lo stato mentale di Kraven è tale che alla fine dei giochi nemmeno Spidey, ha capito cosa sia realmente accaduto, beneficio esclusivo del lettore che ha avuto la possibilità di sbirciare nel tumultuoso flusso di pensieri del Cacciatore.
Da leggere, conservare e rileggere di tanto in tanto.
2. Best of Enemies
J.M. De Matteis (storia) – Sal Buscema (disegni)
In Italia pubblicato con il titolo de “Il destino di Goblin” è l’epilogo della lunga lotta tra Peter Parker e il suo miglior amico: Harry Osborn.
Il primo come ben sapete è l’Uomo Ragno, mentre il secondo è il figlio di Norman, il Green Goblin.
L’influsso negativo del padre, l’uso indiscriminato di droghe e lo sperimentare con la misteriosa formula di Goblin, fanno scivolare l’amico d’infanzia in un vortice di follia, che lo porterà a vestirsi da folletto verde e affrontare Spider-Man in un duello mortale, mettendo a repentaglio anche le persone a lui più care.
Nel volume “Spider-Man collection #6” troverete non solo questa “battaglia finale”, ma anche la storia completa dello scontro tra i due vecchi amici.
3. Il bambino che collezionava l’Uomo Ragno
Roger Stern (storia) – Ron Frenz (disegni)
Racconto molto breve, ma incredibilmente toccante. La storia è introdotta da dei ritagli di giornale su un bambino che dice di essere il più grande fan dell’Uomo Ragno.
Spidey decide di fargli visita, facendo avverare il desiderio del piccolo.
Con grande sorpresa del lettore, Peter si toglie la maschera e si presenta al suo ammiratore, raccontandogli di come sia diventato l’eroe che è adesso. Solo alla fine, quando Spider-Man lascia la stanza per volteggiate fuori dalla finestra, scopriamo di essere stati in un ospedale, nel reparto di oncologia e l’ultimo ritaglio di giornale ci rivela che al bimbo non rimangono che altre due settimane di vita.
4. La conversazione
J.M. Straczynski (storia) – John Romita Jr. (disegni)
L’uomo dal cognome impossibile è stato lo sceneggiatore che più degli altri è riuscito a portare un’aria di novità nelle avventure dell’Uomo Ragno, che più o meno andavano avanti da anni con lo stesso format.
Il primo cambiamento importante è stato quello di cambiare il lavoro di Peter, che passa da fotografo free-lance a insegnante di scienze del suo vecchio liceo, poi sono arrivati dei villain inediti e soprattutto è stato introdotto il concetto di “potere totemico”.
Il lungo ciclo di Straczynski è affascinante e ricco di sorprese (alcune purtroppo anche brutte, ma magari ve ne parlerò in un’altra classifica), ma qui voglio ricordare un singolo episodio che si chiama la: “La conversazione”.
Dopo l’estenuante scontro contro il vampiro interdimensionale Morlun, Peter torna a casa sfinito, ricoperto da ematomi e graffi, si poggia sul letto e cade in un sonno profondo indossando ancora il costume da Spider-Man.
Quando zia May entra nel suo appartamento per una visita a sorpresa, lo trova proprio così!
Shockata esce di casa, senza che lui si accorga di nulla.
Aveva appena scoperto il più grande segreto del nipote!
In questo episodio leggiamo il successivo incontro tra i due e la conseguente lunga, anzi lunghissima, conversazione (appunto!). Bellissimo!
5. La vendetta dei sinistri sei
Erik Larsen (storia e disegni)
Tutte le storie viste fin’ora , sono, in effetti, molto seriose, drammatiche e a volte tristi.
Non dobbiamo dimenticare, però, che l’Uomo Ragno è un personaggio solare. Un tipo che mentre schiva pallottole, volteggia a 100 piani altezza e dispensa cazzotti con la forza proporzionale di un ragno, spara battute a raffica, inventa barzellette e si fa beffe dei nemici!
“La vendetta dei sinistri sei” realizzato dal grande maestro del fumetto Erik Larsen ne è un esempio ideale: cinque classici nemici dell’Uomo Ragno si uniscono sotto la guida del Dottor Octopus e scatenano un caos incontrollabile. Spidey da solo non ce la potrà mai fare e dovrà farsi aiutare da ogni alleato che troverà!
6. Alta marea
Jim Owsley (storia) – Mark Bright (disegni)
In realtà i protagonisti di questo fumetto sono due: oltre all’Uomo Ragno, troviamo anche il mutante artigliato Wolverine.
Questa storia è speciale per diversi motivi: a cominciare dalla sua ambientazione storico politica, “Alta Marea” infatti,è ambientato nella ormai scomparsa Repubblica Democratica Tedesca, quella che veniva più comunemente chiamata: la Germania dell’Est.
Poi anche per il violento scontro tra l’eroe canadese e l’Arrampicamuri, uno dei migliori mai visti, per la coinvolgente spy-story, una trama che raramente si ha la possibilità di trovare nei fumetti del Ragno e ancora per una morte fondamentale nel cast ragnesco, che avrà una eco per molti anni a venire.
L’elemento più interessante della storia, però, è lo sconvolgente shock a cui va incontro Peter, che per la prima (e se non sbaglio) e ultima volta nella sua lunga carriera di eroe uccide una persona con un pugno. Una persona che poi alla fine, nemmeno meritava di morire… Ma la cosa è complicata e per capirla bene dovreste leggere il fumetto.
7. La notte in cui morì Gwen Stacy
Gerry Conway (storia) – Gil Kane (disegni)
Il fumetto che ha segnato ufficialmente la perdita dell’innocenza dei comics americani! È un numero di “Amazing Spider-Man” molto speciale, perché muore l’amore della vita dell’eroe, è un po’ come se in un fumetto di Superman, Lois Lane perdesse la vita, e una cosa così non si era mai vista prima di allora. Da quel momento i lettori sapevano che nessuno era più al sicuro e che tutto poteva succedere.
Le ripercussioni sul grande pubblico non furono delle migliori, tant’è che Marvel ha cercato in ogni modo di farla ritornare, prima con dei cloni, poi nella figura di una misteriosa figlia nata da una relazione segreta tra lei e Norman Osborn(!) e infine con una Gwen di una realtà parallela, la favolosa Spider-Gwen, che a parer mio è il tentativo più azzeccato.
8. Il dono
J.M. De Matteis (storia) – Mark Bagley (disegni)
Nel pieno della “Saga del clone”, gli autori De Matteis e Bagley regalano ai lettori una storia di amore materno, sentimenti e famiglia. La vita dell’Uomo Ragno è sconvolta da eventi che lo impegneranno per molti anni a venire, nel caos riesce a strappare un momento di tranquillità portando la zia, la persona che più ama sulla faccia della Terra (Sì! a lei tiene anche più di Mary Jane, avete dimenticato “Soltanto un altro giorno”?), a fare una “gita” sull’Empire State Building. E proprio lì, sul tetto della città di New York, May gli chiede:
Peter… Cosa si prova? […] A volteggiare sulla città, a volare quasi. Che Meraviglia essere così leggeri. Così liberi.
Peter scopre che in realtà sua zia era sempre stata a conoscenza della sua doppia vita da eroe mascherato, ma lei non lo aveva mai accettato e in qualche modo ha negato a se stessa la verità.
La sera stessa, May muore tra le braccia del nipote.
Niente scazzottate, niente supercriminali, c’è solo una famiglia che vive il suo lutto.
(Ovviamente, trattandosi di comics, la pausa dura poco e subito durante il funerale riparte l’azione)
9. La morte di Jean Dewolff
Peter David (storia) – Rich Buckler (disegni)
Siamo abituati a vedere l’Uomo Ragno in compagnia degli Avengers o magari dello SHIELD.
Lo vediamo sempre più spesso combattere terroristi o cartelli criminali internazionali, ma in realtà Spidey nasce come supereroe urbano; le sue avventure dovrebbero svolgersi tra i grattacieli di Manhattan, sulle strade del Bronx o tra le case del Queens. I criminali che combatte, oltre alla solita schiera di psicopatici in maschera dovrebbero essere: ladri, scippatori e spacciatori.
Questa saga ci riporta al cuore dell’essenza di Spider-Man come eroe della città, con un’ambientazione tipica delle serie TV poliziesche degli anni ottanta, con un tratto hard-boiled che raramente ritroverete su altre storie.
Magari per chi lo legge solo ora, al di fuori del contesto di allora, questo volume non farà molto effetto, ma quando il primo capitolo si è aperto mostrando il brutale omicidio di Jean Dewolff, amica e (forse l’unica) sostenitrice dell’Uomo Ragno nel corpo di polizia newyorchese, per molti lettori è stato uno shock.
A premere il grilletto non è stato un supercriminale e nemmeno uno zar del crimine, ma solo (!) un tipo fuori di testa con un grosso problema di schizofrenia. Peter (e diciamolo, anche il lettore) vorrebbe farlo a pezzi con la forza di ragno, ma il tipo è solo un uomo malato… Che, secondo la legge, va curato e non punito. Ospite d’onore è Daredevil, che qui vediamo in un improbabile scontro contro Spider-Man.
10. Ragnoverso
Dan Slott (storia) – AA.VV. Tra cui ricordiamo Olivier Coipel e Giuseppe Camuncoli (disegni)
“Spider-Verse” è di sicuro una delle saghe più intraprendenti mai realizzate per l’Arrampicamuri: in una sola storia, l’autore si prefissa il duro compito di inserire tutte, ma proprio tutte le versioni dell’uomo e la donna ragno che siano mai apparse dagli anni sessanta ad oggi.
Ecco quindi che vediamo apparire personaggi impensabili come: i protagonisti del cartone animato “Spider-Man e i suoi fantastici amici”, Supaidāman della serie televisiva giapponese omonima, Spider-Man Noir di un universo alternativo intrappolato ancora nella grande depressione americana degli anni trenta e Spider-Man India che vive le sue avventure indovinate dove? E molti, molti altri ancora. (Se volete conoscere altri Spider-Men vi consiglio di cliccare qui)
Il nostro Peter Parker formerà un esercito di Uomini Ragno proveniente da ogni angolo del multiverso per affrontare il loro più grande e pericoloso nemico: gli Eredi, una famiglia di vampiri interdimensionali, che si nutrono mangiando gli Spider-Men (!)
Fuori classifica. Amazing Fantasy #15
Stan Lee (storia) – Steve Ditko (disegni)
La prima apparizione dell’Uomo Ragno è, a parer mio, inclassificabile!
È il non plus ultra della creatività concentrata in un comic book di supereroi.
Nei primi anni sessanta nessuno si aspettava un personaggio come Peter Parker lo sfigato. Potevi leggere le storie di eroi con la mascella quadrata, dal cuore impavido e la capacità di fare sempre la cosa giusta.
Un adolescente che viene sbeffeggiato dai suoi compagni? Non si era mai visto prima!
Un protagonista dei fumetti con superpoteri che lascia fuggire consapevolmente un criminale? Impensabile!
Con questo fatidico “Amazing Fantasy #15”, il magico duo: Stan Lee e Steve Ditko hanno precorso i tempi e dato l’inizio a una nuova era di fumetti.
Con tutto il rispetto per le altrui opinioni e comprensione per l’ingrato compito di dover scegliere solo dieci storie in più di cinquant’anni, non si può non notare l’assenza di alcuni archi narrativi che forse sono ormai troppo remoti anche per i fan più accaniti.
Ad esempio, il ciclo “If This Be My Destiny” di Steve Ditko (#31-33 del 1964, considerata una delle migliori 15 storie della Marvel) oppure “Spider-Man No More” di John Romita Sr., che prelude all’ingresso in scena di Kingpin (e con una delle copertine più iconiche in assoluto) avrebbero meritato più considerazione.