“ABBIAMO DECISO DI RITIRARCI DA SANREMO”: buco da oltre 120 mila € a cantante | Situazione insostenibile

Festival di Sanremo - c4comic.it
La decisione è inevitabile: con l’addio a Sanremo si crea un buco di oltre 120.000 euro per cantante, non sembra esserci un rimedio.
Hanno deciso di ritirarsi da Sanremo. È una scelta dolorosa, ma necessaria. Con queste parole si annuncia ufficialmente la rinuncia a partecipare alla prossima edizione del Festival di Sanremo 2026.
Con un buco economico che supera i 120 mila euro a testa, Sanremo è una vetrina enorme, ma oggi è una vetrina che si paga a caro prezzo.
I conti non tornano più, e il ritorno economico è praticamente nullo. Così, la scelta di abbandonare il Festival si rende ormai necessaria.
La preoccupazione è crescente anche tra gli organizzatori, consapevoli che il ritiro potrebbe scatenare un effetto domino.
Buco di 120.000 euro a cantante: l’addio a Sanremo
Le tensioni erano già evidenti dietro le quinte dell’ultima edizione. Con una platea sempre più divisa tra chi difende Sanremo come istituzione culturale e chi lo vede come un carrozzone fuori tempo massimo, ora questo abbandono rischia di fermare tutto. La situazione è ormai insostenibile: non bastano le luci dell’Ariston a nascondere una crisi che è sotto gli occhi di tutti.
Ritirarsi dal Festival comporta delle conseguenze inevitabili, a partire dal problema principale di un cachet che non potrà essere compensato. Il sistema sembra aver raggiunto un punto di non ritorno e nessuno sembra trovare un compromesso valido per cercare di porre rimedio a ciò che si sta verificando così in fretta.

Forte tensione per Sanremo
Lo storico equilibrio che da oltre settant’anni caratterizza il rapporto tra il Comune di Sanremo, la Rai e le grandi etichette discografiche sembra sul punto di vacillare: al centro della contesa c’è l’aumento delle condizioni economiche imposte dal Comune per ospitare il Festival, ormai diventato l’appuntamento televisivo e musicale più importante d’Italia. Con un bando vincolante pubblicato nelle scorse settimane, l’amministrazione comunale di Sanremo ha formalizzato una richiesta di 6,5 milioni di euro l’anno alla Rai per l’organizzazione del Festival, corredati da una percentuale sugli incassi pubblicitari e commerciali legati all’evento. Fino al 2023, la somma pattuita si attestava attorno ai 5 milioni, passati a 5,3 milioni dopo un negoziato nel 2024; il balzo in avanti di oltre 1 milione di euro ha tuttavia sorpreso tutti gli attori coinvolti.
La Federazione dell’industria musicale italiana (FIMI), con in testa il CEO Enzo Mazza, ha duramente preso posizione contro quella che definisce “una richiesta unicamente speculativa“, accusando il Comune di voler “incassare senza reinvestire nulla nell’evento musicale“. Le etichette lamentano costi crescenti per la partecipazione degli artisti: si parla di oltre 120.000 euro per artista, a fronte di un rimborso medio Rai di soli 65.000 euro. Un divario che rischia di rendere antieconomica la presenza di nomi di spicco – se non addirittura insostenibile per le case discografiche indipendenti. A preoccupare maggiormente è il monito lanciato da Mazza: “Se non si rivede il modello economico, le etichette, grandi e piccole, potrebbero decidere di non inviare più i propri artisti a Sanremo“. Ciò potrebbe costringere la Rai a cercare alternative per garantire un parterre di nomi in grado di richiamare oltre 10 milioni di spettatori a serata.