Cellulare e tumore al cervello: finalmente ecco la verità | Ecco dove devi tenerlo quando lo carichi la notte

Smartphone (pexels.com) - c4comic.it

Ricarica notturna, ecco dove mettere lo smartphone: tutto ciò che sappiamo sull’effetto cancerogeno in relazione a questa tecnologia.
Non è inconsueto sentir parlare di una presunta correlazione tra insorgenza di un tumore e utilizzo dello smartphone.
Molti ne parlano in modo complottista, altri portano più dati a sostegno di questa tesi.
Fatto sta che il primo caso di tumore collegato legalmente all’uso intensivo del telefono cellulare è stato nel 2011.
In quel caso, era stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Torino: ecco come usava il cellulare la persona che si è ammalata.
Tumore al cervello e cellulari: il primo collegamento riconosciuto
Il caso, diventato un molto importante visti i precedenti stabiliti, riguarda un quarantacinquenne di Torino che di professione era autotrasportatore e che, per lavoro, sarebbe stato sette ore al telefono al giorno per 20 anni. Si stimava che ogni telefonata fosse della durata di un minimo di dieci minuti. Dopo anni, insorsero alcuni sintomi, come il mancato riconoscimento di alcune persone: la diagnosi fu di glioblastoma, un tumore al cervello.
Questa diagnosi fece partire un’indagine, visto che l’Agenzia Internazionale per la ricerca contro i tumori nel 2011 ipotizzò che questa malattia fosse collegabile ai campi elettromagnetici di radiofrequenza, che sono emessi proprio dai cellulari. Visto questa corrispondenza, il caso era poi giunto all’Osservatorio sui Tumori professionali della Procura di Torino, la quale ha aperto un’inchiesta e avviato delle perizie proprio per indagare un possibile legame tra il tumore e il prolungato uso del telefono senza l’utilizzo di auricolare né vivavoce – tenendo, dunque, il telefono appoggiato all’orecchio.

Un caso che ha fatto la storia, cosa dice la scienza
Sebbene la scienza non abbia ancora dimostrato una correlazione certa tra l’uso del telefono cellulare e il tumore diagnosticato all’autotrasportatore, questo caso ha assunto un’importanza notevole in ambito giudiziario e rispetto al contatto con le nuove tecnologie. L’uomo che ha ottenuto la diagnosi, come riportato sul sito del gruppoalis, avrebbe tenuto il cellulare acceso e in carica durante la notte vicino a sé, in particolare a una distanza di circa 50 centimetri.
Non vi furono, comunque, conclusioni definitive e pubbliche che confermino incontrovertibilmente la correlazione tra tumore al cervello ed esposizione e utilizzo assiduo del telefono cellulare. Un gruppo di scienziati, però, avrebbe indicato i cellulari come possibile fattore cancerogeno. Questo caso, comunque, può essere uno spunto per valutare di allontanarsi dal proprio smartphone almeno nel momento del sonno, oppure per valutare un maggiore utilizzo delle cuffie auricolari.