“Che bella atmosfera qui”: non pronunciare mai questa frase al ristorante | Finisce sullo SCONTRINO: così una cena ti costa il doppio

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Una nuova polemica accende i riflettori sui conti dei locali che sono sempre più salati per motivi non condivisi dai clienti.
Ogni estate si ripresentano i cosiddetti “casi scontrino” e in tutta Italia, da nord a sud, emergono episodi che finiscono online e scatenano polemiche.
Si tratta di conti più alti del previsto per motivi difficili da accettare: un sovrapprezzo nascosto, una voce inaspettata, o un servizio che si paga senza che nessuno l’avesse chiarito prima.
Molti clienti condividono le foto degli scontrini, facendo partire discussioni infinite tra chi difende i ristoratori e chi invece parla di vere e proprie trovate per far spendere di più.
L’ultimo caso arriva dalla Puglia e ha fatto parecchio rumore: su un normale aperitivo è comparsa la voce “musica”. Un costo aggiuntivo che ha fatto lievitare il conto e che ora divide l’opinione pubblica, in un momento in cui i prezzi sono già al centro di mille discussioni.
Per fare l’aperitivo si paga anche la musica: il caso dello scontrino in Puglia
Il fatto è successo a Ostuni, città tra le più amate dai turisti. Quattro clienti hanno ordinato cocktail e succhi in un locale del centro, con prezzi tutto sommato nella norma: 15 euro per i drink e 5 euro per i succhi, più qualche stuzzichino. Ma al momento di pagare è arrivata la sorpresa. Sullo scontrino spuntava la voce “musica” corrispondente al costo di due euro a testa.
Il dj stava davvero suonando, creando un bel sottofondo, ma nessuno immaginava che fosse previsto un costo extra. Così, il prezzo finale è arrivato a circa 18 euro a persona per un semplice aperitivo. Secondo quanto riportato da Rainews, il sovrapprezzo potrebbe essere stato una sorta di coperto camuffato, ma la scelta ha comunque generato indignazione.

Scontrini con sovraprezzi nascosti: si accendono le polemiche in tutta Italia
Il caso pugliese si aggiunge a molti altri. A Bari, ad esempio, un cliente ha trovato 50 centesimi in più per una spolverata di pepe sulla pizza. In Salento, un panzerotto venduto a 4 euro durante una sagra è stato ribattezzato “calzone leccese” per giustificare il prezzo. La nuotatrice Elena Di Liddo ha raccontato di aver speso 1,50 euro per la rimozione dei pomodorini da una pizza.
A Oderzo, in Veneto, due clienti hanno invece pagato un extra per il semplice taglio di una brioche a metà, episodio che ricorda il celebre caso del toast diviso in due parti. Ogni volta le foto degli scontrini finiscono online, diventano virali e innescano discussioni senza fine.