Rivoluzione sistema delle PENSIONI | A gennaio puoi richiederla in anticipo: ti basta avere questo numero sulla carta d’identità

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Nel sistema delle pensioni arriva una novità che potrebbe cambiare le regole per migliaia di lavoratori pronti a lasciare il lavoro prima del previsto.
Si discute sempre di più della possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni. Oggi questa opzione è riservata a pochi, ma il Governo valuta di allargarla a un numero molto più ampio di lavoratori.
Al momento riguarda soltanto chi ha iniziato a versare i contributi dal 1996 in poi, ma la proposta della Lega punta a includere anche chi aveva già un lavoro prima di quella data.
Se davvero entrerà nella prossima manovra, a gennaio si aprirebbe la strada all’uscita dal lavoro anche per i nati tra il 1960 e il 1962.
Il tema centrale resta la soglia economica minima che l’assegno deve garantire: senza questo requisito non si potrà accedere al nuovo canale.
Pensione anticipata: chi può richiederla e quali sono i requisiti
Oggi può chiedere la pensione anticipata chi ha versato il primo contributo dopo il 31 dicembre 1995, quindi chi rientra nel cosiddetto sistema contributivo puro. Per farlo servono almeno 20 anni di contributi effettivi, cioè quelli versati obbligatoriamente, in modo volontario o riscattati, ma non i figurativi. In alternativa, se si somma anche la previdenza complementare, servono 25 anni di contributi, che diventeranno 30 dal 2030.
Si può dire che nella pratica questo canale interessa soprattutto i nati nel 1961 e negli anni precedenti, a patto che abbiano iniziato a lavorare dal 1996 in età già avanzata. Si tratta di una platea molto ristretta, che spiega perché oggi l’uscita dal lavoro a 64 anni sia poco utilizzata.
Come potrebbe cambiare il calcolo della pensione per la pensione anticipata
Se la misura verrà estesa anche a chi ha contributi versati prima del 1996, la situazione cambierebbe radicalmente. Ci si troverebbe così davanti ad un calcolo della pensione di tipo “misto”: retributivo per gli anni precedenti e contributivo per quelli successivi. In questo modo potrebbero andare in pensione anticipata anche i nati tra il 1959 e il 1962 che hanno iniziato a lavorare prima del 1996. Resta però un vincolo importante e cioè l’importo minimo dell’assegno. Per il 2025 dovrà essere pari a tre volte l’assegno sociale, cioè 1.616,07 euro lordi al mese. Per le donne con figli il requisito scende leggermente: 1.508,33 euro con un figlio e 1.400,59 con due.
L’assegno sociale nel 2025 è di 538,69 euro mensili per tredici mensilità. Dal prossimo anno sarà anche possibile sommare al calcolo la rendita della previdenza complementare, ma in quel caso serviranno almeno 25 anni di contributi, che saliranno a 30 dal 2030.