L’affitto di casa non è più un tuo problema: da oggi te lo paga il DATORE DI LAVORO | È tutto scritto sul contatto

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Sgravarsi delle spese di casa è possibile grazie al bonus affitto: ecco come ottenere questa detrazione fiscale con l’accordo del proprio datore di lavoro.
Il pagamento mensile dell’affitto è una delle spese che gravano maggiormente sul bilancio familiare, soprattutto se si pensa che a questo canone vanno aggiunti i costi del condominio e la manutenzione ordinaria.
Per alleggerire questa situazione, lo Stato ha previsto alcune detrazioni fiscali che permettono di recuperare parte delle somme spese.
La norma di riferimento è l’articolo 16 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce diversi tipi di benefici in base al reddito, al contratto di affitto e alla situazione personale.
In alcuni casi queste misure si riflettono direttamente anche nel rapporto di lavoro e diventano un vantaggio concreto per chi è dipendente. Si tratta, nel dettaglio, di agevolazioni che riducono il carico fiscale e fanno sembrare la spesa molto più leggera.
Detrazioni fiscali per contratti di affitto a canone libero e concordato
Chi ha un contratto di locazione per la propria abitazione principale può usufruire di detrazioni che variano a seconda della tipologia. Nel caso di un contratto a canone libero, la riduzione sull’IRPEF può arrivare a 300 euro all’anno per redditi fino a 15.493,71 euro, oppure a 150 euro per redditi fino a 30.987,41 euro. Se il reddito è superiore non spetta alcun beneficio.
La situazione cambia per chi ha un contratto a canone concordato: in questo caso l’importo cresce e si arriva fino a 495,80 euro per chi rientra nella fascia più bassa e a 247,90 euro per i redditi intermedi. Le cifre devono essere rapportate ai giorni in cui la casa è stata usata come abitazione principale e inserite nella dichiarazione dei redditi. Proprio per questo scegliere un contratto a canone calmierato può rivelarsi più conveniente.
Costo affitto: quali sono le agevolazioni previste per chi si trasferisce e per i giovani
Un capitolo a parte riguarda chi deve cambiare città per lavoro. In questi casi la legge prevede una detrazione specifica: se il trasferimento avviene in un Comune distante almeno 100 chilometri da quello di origine e in una diversa regione, il lavoratore dipendente può ottenere fino a 991,60 euro all’anno se il suo reddito non supera i 15.493,71 euro, oppure 495,80 euro se rientra nella fascia intermedia. Questo beneficio vale per i primi tre anni dal cambio di residenza.
Anche i giovani tra i 20 e i 31 anni hanno diritto a un aiuto dedicato. La detrazione può arrivare al 20% dell’affitto pagato, fino a un massimo di 2.000 euro l’anno, se il reddito non supera i 15.493,71 euro.