Dylan Dog: la copertina di “Spazio Profondo”
FASE DUE RECCHIONI MARI STANO SERGIO BONELLI EDITORE – Dylan sarà completamente nudo. L’aveva annunciato solo pochi giorni fa Angelo Stano, copertinista della serie, durante il Crime City Comics, dove sono state svelate tante novità sui prossimi mesi di vita dell’Old Boy.
Oggi, è già futuro! Finalmente on line sul sito della Sergio Bonelli Editore è disponibile la copertina di Spazio Profondo, numero 337 della serie regolare che aprirà il ciclo della Fase Due del rilancio della vita editoriale dell’indagatore dell’incubo. La storia è sceneggiata da Roberto Recchioni, curatore della testata e illustrata da Nicola Mari.

Primo studio di copertina in riferimento a “Urania” di Thole.
Le tonalità fredde sono intrise di eco dal passato prossimo. Il riferimento a 2001: Odissea nello spazio e alla maestosità del momento immortalato da Kubrick è la base dell’idea della copertina. Se drizziamo bene le orecchie potremmo quasi sentire il tema Cosi parlò Zarathustra, magari messo in play da Groucho che ride beato con la testa mozzata e grondante di sangue nero.
E se lo spazio profondo fosse metaforico e non reale? Sembra che l’Indagatore dell’incubo sia pronto ad abbandonare il suo mondo d’appartenenza, scontrarsi contro se stesso e gettarsi a capofitto nel nuovo ciclo di storie.

Bozza preparatoria di Roberto Recchioni
La genesi della copertina ha avuto una rivoluzione nella rivoluzione. Inizialmente il riferimento proposto dal Rrobe era il lavoro dell’illustratore di fantascienza Karel Thole. Sclavi optava più per un Dylan tentacolare e alla fine, dopo una bozza di Recchioni, l’idea vera è propria di spazio profondo si è consolidata e ha preso vita.
Rivoluzioni, o meglio un piccolo lifting anche per il font a cura di Paolo “Ottokin” Campana che aveva in precedenza curato gli aspetti grafici della serie Orfani.
Dylan è chiuso in se stesso, ha un volto beato di chi non teme i cambiamenti. Aspetta il 27 Settembre 2014 per tornare ad aprire gli occhi e guardare l’orrore dell’infinito della propria interiorità.