[Esclusiva] C4 Chiacchiere con… Mario Del Pennino
C4Comic è un sito giovane, e come politica da sempre persegue la promozione delle promesse del fumetto italiano, ma in questo caso faremo una eccezione. Infatti Mario Del Pennino è certamente giovane, ha studiato parecchio e, rispettosamente parlando, si è consumato sul tavolo da disegno abbastanza da ottenere quest’anno un importante contratto con la Marvel, ma proprio in virtù di questo grande traguardo, speriamo il primo di molti, parlare di “promessa del fumetto italiano” appare quantomeno riduttivo. Lo abbiamo contattato per saperne un po’ di più ed il risultato è stata un’intervista interessante che ci ha permesso di conoscere meglio una persona gentilissima e disponibile oltre che talentuosa. Sappiamo che le letture lunghe non sono le preferite del popolo di internet, ma vi garantisco che arrivare in fondo all’articolo merita l’investimento di un poco del vostro tempo.
Buona lettura
C4Comic: Allora, giovane, lavoratore, militesente e con alle spalle maestri importanti, anche il cognome era di buon auspicio per una carriera nel fumetto. Mario del Pennino, da Modena, classe 1985 è anche un buon partito? Vabbè, dicci qualcos’altro di te, chi è Mario?
Mario: Tralasciando per un attimo quello che è il mondo del fumetto, del quale tanto parleremo dopo, di me posso dire che sono un amante della musica (ascoltata e suonata), dei film e delle serie tv (immancabili compagne di lavoro), di libri e fumetti (ovviamente) e dei videogiochi e giochi di ruolo (per non dimenticare che sono inderogabilmente nerd).
Questa è la lista delle cose che amo, ma dovessi fare la lista delle cose che ho tempo di fare, si ridurrebbe drasticamente. L’amore per il proprio lavoro e il recarsi quotidianamente in uno studio a mezz’ora abbondante da casa, restringono drammaticamente il tempo libero. Senza poi contare che non sono ancora riuscito a distaccarmi completamente da un minimo di vita sociale e da una paziente donna che si ostina ad essere la mia ragazza. Ad ogni modo, elenchi a parte, sono un amante di tutto ciò che racconta qualcosa di bello ed emozionante, a prescindere dal mezzo utilizzato.
Per il resto la mia scheda dice che sono diplomato al liceo scientifico, laureato in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano. Terminati gli studi sono tornato a Modena e ho lavorato per quasi quattro anni in una agenzia di licensing nel reparto marketing e comunicazione, per continuare nel frattempo studi di disegno iniziati anni prima, sbarcando finalmente alla Scuola di Comics di Reggio Emilia.
C4C: La Scuola di Comics è stato un passaggio importante nella tua carriera, non fosse altro perché ha svelato il tuo talento ai docenti, ed in particolare a quel genio di Giuseppe Camuncoli alias Cammo. Consiglieresti ad un ragazzo interessato ad intraprendere una carriera professionale, la via della scuola piuttosto che uno sviluppo artistico da autodidatta?
Mario: La scuola è stata davvero importante, al di là delle nozioni tecniche che avevo già cominciato ad apprendere in corsi fatti precedentemente, per la quantità e la qualità di contatti che mi ha fornito. Tra tutti, con il buon Cammo si è sviluppato un rapporto che, dai banchi di scuola, mi ha poi portato ad entrare nello studio dove lavoro tutt’oggi.
Per rispondere alla tua domanda: sì, credo che entrare in una scuola di fumetto sia molto utile, specialmente se fornita di tanti e ottimi professori. Al di là dell’innegabile vantaggio tecnico che ti viene offerto, ma che magari un ragazzo diligente potrebbe in gran parte apprendere autonomamente da altre fonti, l’ambiente e i consigli personali dei docenti valgono il biglietto. Va da sé che poi sta tutto alla passione e alla costanza (senza dimenticare il talento) dell’alunno.
C4C: Da tempo lavori nello studio grafico di Camuncoli, probabilmente uno dei più importanti in Italia. Questo tuo particolare impiego ha migliorato o cambiato in qualche modo il tuo stile?
Mario: Lavorare nel nostro studio è un condividere lo spazio, ma siamo tutti piuttosto autonomi, tanto più che ci sono svariate figure professionali diverse tra queste quattro mura. Il mio stile, che ovviamente non finisco mai di cambiare e mutare, forse viene più influenzato dalla rete.
Con un monitor sempre sotto gli occhi, gli input che internet ti propone non finiscono mai e, spesso, ognuno di questi ti colpisce in un modo diverso dall’altro. Personalmente, scorrendo la bacheca di Facebook, vorrei cambiare stile almeno tre o quattro volte, osservando quanto talento è stipato tra i post dei vari artisti che seguo.
La cosa che posso dire riguardo allo studio, è che mi garantisce una continuità lavorativa. Provenendo da anni di lavoro in ufficio, sono abituato a fare orari rigidi e, amando pazzamente il mio lavoro, questi orari spaziano dalle 10, 11 o anche 12 ore al giorno. Andare in studio delimita bene un lasso di tempo dedicato al lavoro (con le dovute pause in mezzo) e ti permette di concentrarti meglio per poi rilassarsi meglio a casa. Nerd
C4C: Sei ancora molto giovane come artista, ma hai già lavorato e pubblicato molto. Quali pensi che siano stati i passaggi chiave della tua carriera fino ad oggi?
Mario – Le mie prime pubblicazioni sono state per la EF Edizioni e la Cagliostro, che per quanto fossi ancora molto inesperto, mi si sono presentate una ottantina di pagine da macinare. È stato un ottimo inizio che mi ha permesso di affrontare i lavori successivi con maggiore consapevolezza. In seguito ho lavorato con la mitica Crazy Camper, cominciando a conoscere un circuito di giovani fumettisti bravissimi ed affiatati capitanati da Tommaso de Stefanis che avrà sempre un posto nel mio cuore.
Tuttavia l’occasione che davvero mi ha fatto sperare di far diventare la mia passione un lavoro è stato Mytico. Come spesso accade, le cose sono successe quasi per caso, il tutto innescato da una telefonata del mio ex professore e attuale amico Matteo Casali che mi chiedeva, così su due piedi, di disegnare un numero di questo progetto. Come potete immaginare, ho accettato alla velocità della luce, cominciando poco dopo a lavorare sugli storyboard nella mia nuova postazione nello studio a Reggio Emilia. Da lì le cose sono andate migliorando, mi hanno chiesto di fare un secondo numero e partecipare anche ad un terzo, alle direttive di Stefano Ascari.
In quello stesso periodo partecipai al progetto “Davvero” raccogliendo l’invito lanciato al web da Paola Barbato. Esperienza che, oltre a permettermi di lavorare con una maestra del fumetto, mi ha introdotto ad una realtà composta di altri giovani e bravissimi autori (basti notare quanta strada molti di loro hanno fatto in questi anni). L’esperimento della Barbato, al di là dei risultati che ha ottenuto riuscendo ad approdare alla carta, per me ha segnato un’esperienza formidabile.
L’esperienza con il Corriere della Sera fu seguita dai ragazzi della Bookmaker che mi chiedevano di partecipare al progetto Nerd Bash sul quale ho lavorato per quasi un anno con Paolo Maini e Roberto Vezzali completando un’intera stagione. L’ultima fase del lavoro su Nerd Bash si è andata a sovrapporre con un altro progetto piuttosto impegnativo (150 pagine) per un trittico di volumi che compongono una piccola saga fantasy che viene rilasciata in Novembre dalla neonata NoLands Comics. Tre ragazzi con una mole enorme di idee, una voglia incrollabile e un grande entusiasmo che stanno facendo nascere una nuova realtà editoriale tutta rivolta al fantasy che sono sicuro si farà notare nei prossimi anni.
E da qui giungiuamo al capitolo attuale: la Marvel!
C4C: Già, nonostante che tu, indirettamente grazie allo studio, avessi già conosciuto in qualche modo l’universo Marvel, come è stato interfacciarsi direttamente con un colosso del fumetto internazionale?
Mario: I primi contatti con la Marvel sono avvenuti, come per molti, nei lugubri corridori della fiera di Mantova, dove gli editor, di anno in anno, tornavano a fare stragi di aspiranti fumettisti. La cosa poi si è evoluta principalmente grazie ai contatti mail che ricavavo da questi incontri e che mi permettevano di continuare un rapporto con gli editor, aggiornandoli con nuovi lavori.
La chiamata è tuttavia arrivata un po’ a sorpresa, evidentemente un mio portfolio, vagando per le redazioni della Marvel, è arrivato sulla scrivania dell’editor degli X-men che mi ha chiesto se ero interessato a lavorare su una storia per uno speciale sulla morte di Wolverine. E, perché l’universo è un luogo assurdo, nelle stesse settimane in cui iniziavo a lavorare sulle mie prime tavole, un secondo editor mi ha chiesto se volessi disegnare una storia per Ultimate Spider-Man Animated Serie. Sono riuscito ad incastrare le consegne e sono partito in quarta. Il risultato è che a settimane uscirà il numero speciale degli X-men, mentre sono tutt’ora impegnato su Spider-Man e lo dovrei essere per diversi mesi a venire.
Interfacciarsi con gli editor è stato brutalmente facilitato dall’immediata necessità di lavoro che richiedono. Al di là che erano già diversi anni che scrivevo mail in inglese, ogni tipo di tentennamento o insicurezza è stato ignorato dall’impellenza dei lavori. Inoltre posso anche dire di aver parlato e parlare tutt’ora con ottime persone, comprensive e collaborative.
C4C: La vita oltre i supereroi: a quali altri progetti stai lavorando adesso ed in generale cosa riserva ai lettori il futuro di Mario Del Pennino?
Mario: Attualmente in ballo c’è, forse, (chissà?) un progetto del quale qualcuno su facebook potrebbe aver colto i primi sentori. Sto in effetti collaborando con il noto Rinoceronte (alias Daniele Daccò) di Orgoglio Nerd. Fino ad oggi, l’unione delle nostre forze, ha dato vita alle illustrazioni interne e alla variant cover di “Teoria N”, il libro scritto da Daniele, edito da Limited Edition. Tuttavia, chi segue Orgoglio Nerd su Facebook, potrebbe aver anche visto alcune pagine dedicate al “L’altro occhio del rinoceronte” che è il seguito del fortunato “L’occhio del rinoceronte” e che uscirà a Lucca Comics & Games 2014. Queste pagine sono delle gag umoristiche con protagonisti i personaggi, a metà tra realtà e gioco di ruolo, che trovate nei libri. Il progetto sta piacendo e si sta parlando ora con Edizioni BD di svilupparlo, creando un fumetto vero e proprio sulle vicende di Diego e dei suoi compari. Spero che, nei prossimi mesi, la cosa possa avere un’evoluzione.
C4C: Sono numerosi gli esempi di disegnatori molto longevi che hanno lasciato un segno nel panorama italiano ed internazionale. Senza andare troppo lontano nel tempo, che cosa vorresti che fra 10 anni si dicesse di te come artista?
Mario: Mi basterebbe che tra 10 anni, si dicesse qualcosa di me come artista! Ora, non per essere pessimista, ma mi sento tutto fuorché un affermato autore e il grande e tempestoso mare del fumetto si staglia ancora tutto davanti a me: chissà dove sarò tra dieci anni.
Scherzi a parte, mi piacerebbe riuscire a sviluppare uno stile che, in futuro, fosse mio. Ci sono autori che io seguo e studio quotidianamente, autori che cambiano anche nel tempo, inserendone uno e magari tralasciandone un altro e da questo ovviamente ne deriva uno stile che ancora oggi sto cercando di identificare.
Sperando di aver la possibilità di continuare a fare di questo mondo la mia vita e sperando di non perdere mai la voglia di sperimentare, vorrei che tra dieci anni, prendendo in mano una mia pagina, dicessero: “Ecco, questo è un Mario del Pennino”.
C4C: Quale è il fumetto che leggi e quello che vorresti disegnare (includendo la possibilità della soppressione fisica dell’attuale disegnatore/autore come causa del subentro)?
Mario: Nel pochissimo tempo che ho per leggere, attualemente sto recuperando gli albi di Zerocalcare. Per quel che riguarda il sopprimere, beh farei fuori metà dei fumettisti del mondo, salvando giusto quelli che per stile si differiscono troppo da me, e verso i quali non mi sento troppo in colpa. Come fumetto sul quale lavorare il premio lo vincono i Guardiani della Galassia. Probabilmente perché riportati in auge dal prossimo film, li ho scoperti di recente e studiandoli un po’, li trovo di una forza grafica incredibile. L’altra testata Marvel che mi piacerebbe un davvero tanto disegnare sarebbe Deadpool, per l’amore per questo assurdo e metafisico personaggio.
Ma al di là della Marvel, forse quello che mi più mi piacerebbe, sarebbe un fumetto fantasy, uno “cazzuto” ed epico, con Chtulhu come nemico!
C4C: Ormai è noto che i disegnatori, almeno a quanto si legge sui social network, è una specie di inferno dantesco pieno di deadline e consegne selvagge. É tutto vero, o i lettori potranno infamare allegramente i loro disegnatori preferiti alla prossima occasione?
Mario: Per la mia personale esperienza, mi ritengo fortunato. Il mio lavoro su Spider-Man prevede sole 11 pagine al mese e i miei collaboratori hanno stilato una lista di scadenze precise da qui ai prossimi mesi, per cui io riesco a lavorare tranquillamente in tempo. Ma so bene che è un caso raro, normalmente ritardi di varie parti, improvvisi cambi di sceneggiatura o invasioni aliene sono solite rendere la vita di un fumettista proprio quel girone infernali che citavi tu. Ovviamente, senza dimenticare che si possono pure sovrapporre due lavori diversi, ognuno dei quali con le proprie complicazioni.
Che dire, un fumettista non si annoia mai.
C4C: Con chi ti piacerebbe collaborare per una nuova mirabolante produzione e perché?
Mario: Ammiro così tanta gente che vorrei fare un po’ di tutto con quasi tutti… diciamo che attualmente, su Spider-Man sto lavorando sulle sceneggiature di Jim Zubb, prolifico autore con una grande passione per il “nerd-fantasy”, tant’è che sta anche scrivendo sia i fumetti di Pathfinder per la Dynamite e quelli di D&D per la IDW. Può un giocatore di ruolo accanito chiedere di meglio?
C4C: Siamo alla domanda finale, e come brand del sito dovrei chiederti qual è la tua Kryptonite. In effetti lo faccio, ma sappi che sono costretto.
Mario: Punti deboli ne ho tanti, troppi. In generale mi sento una vera capra a colorare, per quanto rimanga sempre stupefatto davanti a certi disegni e mi riprometta di voler imparare a dipingere in digitale, è un impegno che non riesco mai a completare. Ma al di là della tecnica, credo che la mia vera Kryptonite sia la mancanza di faccia tosta. Già, perchè in questo lavoro, soprattutto all’inizio, ci vuole una certa dose di spavalderia, cosa di cui deficito. Senza poi pensare che, per il mercato a cui mi riferisco io, c’è pure da parlare inglese. Diciamo che con gli anni forse sto un po’ limando questi spigoli, ma rimane un’impresa. Fortunatamente, scrivendo per lo più mail, ho il tempo di controllare sui vocabolari online i termini.
C4C ringrazia Mario del Pennino per la sua disponibilità ed attende di recensire presto qualche sua nuova opera!