LA TARI È MORTA, non la devi più pagare: devi solo andare in comune a firmare | È valido in tutto il Paese

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Controllare gli avvisi può evitare pagamenti inutili legati alla tassa sulla spazzatura: ecco come migliaia di italiani sono esonerati dalla TARI.
Ogni anno, tra le scadenze fiscali di giugno, torna anche la TARI, la tassa sui rifiuti. Ma non tutti devono pagarla: in alcuni casi, infatti, l’importo richiesto non è più dovuto.
Si parla di “TARI decaduta”, ovvero prescritta, quando sono trascorsi più di cinque anni dall’ultima notifica da parte del Comune relativa a quel tributo.
In questi casi, non serve pagare nulla: è sufficiente recarsi in Comune per richiedere l’annullamento. La procedura è semplice, ma fondamentale.
Interessa migliaia di persone, specialmente chi ha ricevuto avvisi di pagamento riferiti ad anni molto lontani. Verificare le scadenze e i documenti ricevuti può quindi evitare un esborso non necessario.
Avvisi di pagamento TARI: quando scatta la prescrizione su questa tassa
Anche quando si tratta di TARI, odiata tassa sulla spazzatura, è necessario conoscere le proprie possibilità e se ci sono opzioni per evitare il pagamento. La legge prevede che, se l’ente locale non ha notificato la richiesta entro cinque anni dalla data in cui il tributo era dovuto, la tassa cade in prescrizione. Per farla valere, però, serve un’azione del cittadino. È necessario compilare un’istanza di autotutela e presentarla all’ufficio tributi, allegando copia dell’avviso ricevuto. Questo passaggio deve avvenire entro 60 giorni dalla notifica.
Si tratta di una procedura che, pur essendo accessibile a tutti, può risultare più semplice se seguiti da un CAF o da un professionista. Bisogna, però, fare molta attenzione perché l’errore è davvero dietro l’angolo. Se nel frattempo, infatti, è stato avviato un contenzioso o una cartella esattoriale, i termini si allungano fino a dieci anni. La verifica dei termini temporali è quindi essenziale per non incorrere in errori relativi alle scadenze fiscali.

Come presentare l’istanza di annullamento per il pagamento della TARI
Il passaggio chiave per evitare il pagamento della TARI è la firma da apporre sull’istanza di annullamento, da consegnare in Comune o inviare via PEC se il servizio è disponibile. Senza questo atto formale, anche una TARI non più esigibile potrebbe rimanere a carico del cittadino.
La documentazione da allegare varia in base al Comune, ma di norma comprende l’avviso ricevuto e un documento d’identità. Non si tratta di un condono o di una sanatoria: è un diritto riconosciuto dalla normativa vigente. Essere informati, controllare le date e agire per tempo può evitare errori e soprattutto spese ingiustificate.