La città più brutta di tutta la penisola è lei: l’Italia intera si vergogna a visitarla | Ecco in che regione è

Città più brutta di Italia - c4comic.it
In una regione italiana si nasconde la città più brutta, vi conviene fare attenzione a dove prenotate le vacanze perché ve ne potreste pentire.
Esiste una città, e proprio nel cuore della nostra bella penisola, che è riuscita in un’impresa quasi impossibile: essere riconosciuta come la più brutta d’Italia.
Nel nostro paese si trovano le città più belle del mondo, e anche quelle che non spiccano per bellezza cattura per altri motivi. Ma nessuna città può essere considerata “brutta”.
Purtroppo, però, in questo caso non si tratta di una leggenda metropolitana, ma è la dura realtà che tanti turisti scoprono dopo soli pochi minuti di permanenza.
Questa città può essere considerata quasi un “non luogo”. Nessuna bellezza, zero identità. Una di quelle mete in cui ti chiedi: “Ma davvero sono in Italia?”
Gli italiani si vergognano a visitarla
È una città parrebbe non offrire nulla, ma pretendere tanto: tanta pazienza, tanto spirito di adattamento. Ma si trova nel cuore della penisola, dove non ti aspetteresti mai, e invece…Chi ci vive ci combatte ogni giorno mentre chi ci passa per caso non può fare a meno di notarlo…così “una volta basta e avanza”.
In un’Italia che fa innamorare il mondo intero, questa città è l’eccezione che conferma la regola. E no, non ci si scherza neanche su un weekend fuori porta: meglio restare a casa. Ma quali sono stati i criteri per deciderlo? Eppure la città presenta una storia non indifferente, ma vediamolo insieme.

Questa è la città più brutta di Italia
All’inizio del 2025, RDS, rilanciando una classifica pubblicata da affarifinanza.it, ha indicato Corigliano‑Rossano come la città più brutta d’Italia. Nulla si sa sui criteri utilizzati, menzione tanto insolita quanto vaga e “non si sa in base a quali criteri sia stata stilata”. Nella top ten figurano, tra le altre, città come Crotone, Gela, Mestre, Foggia, Piombino, Latina, Busto Arsizio. L’accoglienza alla notizia è stata tutt’altro che pacifica. La città calabrese, nata dall’unione nel 2018 di Corigliano Calabro e Rossano, possiede una storia millenaria (dal periodo magno‑greco al bizantinismo), una ricchezza paesaggistica che spazia dal mare cristallino a borghi arroccati a 1000 m nella Sila, fino ad uno dei castelli meglio conservati del Sud; senza dimenticare le eccellenze in enogastronomia, agricoltura e le antiche accademie culturali cittadine.
Simona Loizzo, deputata della Lega, ha stigmatizzato il giudizio, affermando che “chi non è mai stato a Co‑Ro non può parlare di bellezza paesaggistica, mare, tracce storiche bizantine…” e invitando i turisti a visitarla per scoprire le sue vere qualità. Il sindaco Flavio Stasi, eletto per la prima volta nel 2019 dopo la fusione, ha risposto sui social con sarcasmo e orgoglio. Ha pubblicato decine di foto suggestive della città e ha lanciato una frecciata contro RDS: “Qual è la radio più scarsa e disinformata d’Italia? Praticamente non l’ho mai ascoltata in vita mia…”. E poi ha invitato gli autori attackanti a “spracchiativ’ l’occhj” – ‘stropicciarsi gli occhi’, ossia aprirli bene per riconoscere la vera bellezza del territorio. Sul fronte politico, l’opposizione ha puntato il dito sul fallimento dell’amministrazione Stasi, sostenendo che l’assenza di una strategia efficace di promozione turistica e valorizzazione dei “Marcatori Identitari Distintivi” (MID) abbia portato a una cattiva percezione della città “a livello nazionale e internazionale”.