“È un segreto professionale”: il COMMERCIALISTA è come il tuo prete confessore | Dovrà proteggere i tuoi segreti, anche dalla legge

Calcolatrice (pexels.com) - c4comic.it

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Altro che confessione cristiana, se vai dal commercialista potrai dire davvero tutto: deve mantenere il segreto.

Il commercialista è una delle figure professionali generalmente meno amate.

Spesso al commercialista si associa il pagamento delle tasse, un’operazione che non si porta quasi mai a termine volentieri.

Non a caso, non sono molti, da bambini, a voler fare i commercialisti da grandi.

Si tratta, però, di figure che possono essere di enorme aiuto al contribuente: non tutti ne conoscono le vere potenzialità.

Altro che prete, se hai bisogno di dirlo a qualcuno vai dal commercialista

Una storica sentenza della Cassazione ha decretato la possibilità, da parte del professionista, di utilizzare in modo ancora più ampio il cosiddetto segreto professionale. Non solo gli avvocati sono coloro che possono detenere il segreto professionale, ma anche altri professionisti, tra cui, dunque, proprio il commercialista. Se, comunque, fino all’ultima sentenza della Cassazione, rimaneva qualche dubbio in merito, questo sembra essere stato del tutto sciolto.

Infatti, il segreto professionale presenta delle deroghe, che possono essere avanzate qualora vi siano gli estremi per poter presentare dei documenti che attestano l’autorizzazione alla deroga. Fino all’ordinanza dello scorso giugno, sembrava bastasse, appunto un’autorizzazione per poter visionare documenti protetti dal segreto professionale. In questo modo, i finanzieri potevano fare blitz negli studi e ottenere molte informazioni. Invece, dopo l’ordinanza, risulta essere ormai cristallino che una simile procedura non basta più per aprire le porte alla conoscenza di quanto protetto dal segreto.

Commercialista e confessore (pexels.com) - c4comic.it
Commercialista e confessore (pexels.com) – c4comic.it

Al commercialista puoi dire ogni cosa, è un segreto

Dopo la sentenza di giugno della Cassazione non è più sufficiente un’autorizzazione generica per violare il segreto professionale. Qualora un professionista si avvalga del segreto professionale, questo può essere sciolto solamente con un documento realizzato ad hoc e specifico rispetto ai documenti negati a opera del magistrato. La differenza, dunque, risiede principalmente nella genericità di una autorizzazione preventiva: è questa la caratteristica che rende tali documenti non adatti allo scopo di superamento del segreto professionale.

Questa sentenza può essere considerata epocale, in quanto conferisce e attesta il potere dei professionisti, che non dovranno più sottostare a una semplice richiesta documentata. Una simile ordinanza non lesina nell’affermare che il segreto professionale è importante e che chi lavora per lo Stato è tenuto a rispettarlo. Questo si rispecchierà nel modo in cui saranno effettuati i controlli fiscali, anche questi una garanzia che non deve certo decadere per assicurare la legalità e la contribuzione di tutti come previsto dalla legge.