Ufficiale, in Italia hanno firmato il decreto: da gennaio arriva una nuova tassa da 225€ | La devi pagare ogni mese: non ti fanno sconti

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Milioni di cittadini sono pronti a protestare per una decisione che tocca da vicino la loro quotidianità: si prevede un maggiore esborso di denaro per una spesa quotidiana.
Dal 2026 molti italiani dovranno mettere in conto aumenti progressivi. Il governo ha infatti deciso di ritoccare le accise sulle sigarette tradizionali, con un primo rialzo già previsto a gennaio.
Si parla di pochi centesimi a pacchetto, ma la tendenza continuerà anche nel 2027 e nel 2028, fino ad arrivare a un rincaro che sfiorerà un euro e mezzo. Dati alla mano si traduce in una spesa di circa 225€ al mese per ogni italiano.
Le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, invece, avranno aumenti molto più contenuti o addirittura nessuna variazione significativa.
La misura rientra in un piano studiato per garantire entrate stabili allo Stato, che oggi incassa circa 15 miliardi di euro l’anno da questo settore tra accise e Iva.
Gli italiani preferiscono le sigarette elettroniche a quelle tradizionali: i nuovi dati di consumo
Un’analisi della Fondazione Tor Vergata e di Logista mostra come negli ultimi cinque anni il consumo di sigarette elettroniche e prodotti alternativi sia salito dal 4% al 18%. Si è conseguenzialmente ridotta la quota delle sigarette classiche. Per questo motivo si sta valutando di uniformare le accise, rendendo più simile la tassazione tra i diversi prodotti.
Per le e-cig si pensa comunque di mantenere un’imposta più leggera, pari al 40% di quella che grava sulle sigarette tradizionali. L’obiettivo è dare regole certe per almeno tre anni, così da garantire stabilità a un comparto che lo Stato considera importante per l’economia. Bisogna ricordare, infatti, che il mercato delle sigarette coinvolge aziende multinazionali e marchi storici italiani. D
Una tassa sul tabacco: la proposta dell’Unione Europea e la reazione dell’Italia
Alla presentazione del rapporto, tenuta a Roma, erano presenti sia rappresentanti del governo che i vertici delle principali aziende del settore, come Bat Italia, Philip Morris e Manifatture Sigaro Toscano. Dal palco, il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, il viceministro all’Economia Maurizio Leo e il sottosegretario al Mef Federico Freni hanno ribadito il no dell’Italia alla proposta della Commissione europea di introdurre una maxi-tassa sul tabacco.
L’idea di Bruxelles prevede aumenti enormi, che in alcuni casi arriverebbero a superare il 1000%. Una linea condivisa da Grecia e Romania, mentre Francia e Germania spingono per un forte aumento delle imposte. L’Italia, invece, cerca di trovare un equilibrio tra la necessità di tutelare la salute, mantenere le entrate fiscali e non mettere in difficoltà il settore produttivo. Bisognerà aspettare i prossimi mesi per capire se il progetto di rincari sul consumo di sigarette si trasformi in una vera e propria tassa che andrà a gravare sugli italiani.