Avvertimento dal Ministero della Difesa: chi è nato in questi anni deve prepararsi alla guerra | Rientrano nei casi di leva obbligatoria

Il Ministero della Difesa Guido Crosetto - Wikicommons - C4comic.it
Lo scenario internazionale prevede l’introduzione di misure eccezionali. Il Ministero della Difesa mette in preallarme milioni di cittadini
L’ipotesi, purtroppo meno remota del previsto alla luce delle attuali tensioni internazionali, solleva un quesito fondamentale per la sicurezza nazionale: in caso di un conflitto su vasta scala che richieda l’intervento diretto dell’Italia, chi sarebbe chiamato ad arruolarsi e a prendere parte alle operazioni militari?
La risposta a questa domanda è definita da una precisa gerarchia che privilegia innanzitutto il personale militare già formato e professionista per poi estendersi, solo in caso di estrema necessità, ai civili.
I primi ad essere coinvolti, come è naturale che sia, sarebbero i componenti attivi delle Forze Armate Italiane. L’intero apparato militare verrebbe mobilitato immediatamente, includendo l’Esercito, la Marina Militare, l’Aeronautica Militare, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.
Questi corpi rappresentano la prima linea di difesa e di attacco, il cui personale è già addestrato e operativo e dunque già pronto ad intervenire in caso di un conflitto che veda il coinvolgimento diretto dell’Italia.
La chiamata dei congedati e i riservisti
In un secondo momento le necessità belliche richiederebbero l’integrazione di personale con esperienza militare pregressa. La legge prevede che vengano richiamati tutti coloro che hanno lasciato le Forze Armate da non più di cinque anni. Questi individui pur non essendo più in servizio attivo, mantengono un alto livello di addestramento e conoscenza delle procedure militari, rendendoli rapidamente impiegabili.
Fanno parte di questa categoria i riservisti, ovvero gli ex-militari che hanno accettato un vincolo di richiamo per un periodo limitato dopo il congedo. Superate queste categorie si aprirebbe lo scenario di una potenziale leva militare obbligatoria per i civili. L’Italia ha sospeso il servizio di leva nel 2005, passando a un esercito di professionisti, ma la possibilità di reintrodurlo è contemplata in caso di mobilitazione generale in tempo di guerra.
I criteri per l’arruolamento civile
La chiamata alle armi dei civili avverrebbe solo in una situazione di necessità estrema e con criteri ben definiti. La coscrizione riguarderebbe tutti i cittadini di sesso maschile e femminile che rientrano nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 45 anni. I criteri di selezione sarebbero rigorosi e includerebbero una visita medica preliminare per accertare l’idoneità fisica al servizio militare.
È importante sottolineare che tale eventualità è legata a una dichiarazione formale di stato di guerra da parte del Parlamento. Fino a quel momento, la difesa del Paese si basa esclusivamente sulle Forze Armate professionali e sui volontari, garantendo che l’impiego dei civili rimanga l’ultima e più remota risorsa.