C4 Comic: Ciao Marco, una piccola presentazione su di te e sul tuo ruolo nel Crime City Comics.
Marco: Potrei limitarmi a dire che (co-adiuvato dal buon Antonio Vianovi) sono il Direttore Artistico per poi pavoneggiarmi della cosa, ma mentirei spudoratamente. “Crime City Comics: Dylan Dog” è frutto di un lavoro di squadra totale e su ogni livello di competenza. Abbiamo segretari, stagisti, elettricisti, infermieri, grafici, addetti al cathering. E zombie. Pure gli zombie, abbiamo. Si occupano del volantinaggio. In ogni caso, siamo un team a sviluppo orizzontale. Sebbene io, certamente, sia il più elegante del gruppo. Su questo non vi è dubbio alcuno.
C4C: Cosa vi ha spinto a creare questo evento in un paesino come Castiglione dei Pepoli?
C4C: Dal sito si vedono che molte istituzioni locali collaborano a questa iniziativa. Come siete riusciti a convincerli dell’importanza di una convention come questa, interamente dedicata a Dylan Dog?
M: Beh, qui è semplice. Se mi presento col mio nome nessuno batte ciglio (sta succedendo pure qui, adesso, con questo articolo), ma se invece nomino Dylan Dog ecco che tutti drizzano le antenne. La cosa mi fa rabbia, dato che quella canaglia nemmeno si degna di esistere per fare colpo sulle persone. Credo che la potenza popolare del personaggio di Sclavi si sia persa nel tempo solo relativamente. Dylan è una star, e certamente la sua Fase 2 ha aiutato a convincere le istituzioni a appoggiarci.
C4C: Come ha risposto il pubblico a questa iniziativa negli anni passati?
C4C: Risulta difficile stare al passo con grandi fiere nazionali, come per esempio il Lucca Comics e il Romics?
M: Né facile né difficile. Eventi come quelli che hai citato sono poeticamente e fattivamente diversissimi dal nostro. E non parlo di qualità, figurarsi, quella la decide il pubblico. Parlo di proposta. Non si può paragonare la bellezza di un, chessò, Brad Pitt al fascino di un Serge Gainsbourg. Si può semplicemente affermare che una donna ha la possibilità di decidere se concedersi al primo o al secondo. O a entrambi, perché no?
C4C: Quante sezioni sono dedicate agli autori? Quante agli espositori? E alle case editrici?
C4C: Sono stati annunciati parecchi autori importanti per Crime City Comics 2014, è facile riuscire a coordinare la presenza di tutte queste persone?
M: Sì, se hai un abbonamento a chiamate illimitate nel telefono. In caso contrario ti salta il Business Plan. A parte le mie solite stupidaggini, sono tutte persone gentilissime, che ti facilitano la vita oltre ogni immaginazione. Quindi ripeto il si. Faticoso ma facile.
M: La suddivisione in quartieri è un espediente per razionalizzare e facilitare il percorso al pubblico. La suddivisione è simbolica, dogvilliana, se vogliamo. E ahimé non c’è un aneddoto particolare legato alla trovata. Potrei inventarmene uno, certo, ma non si tratta di una genialata degna di una menzogna. Solo di un metodo di funzionamento.
C4C: Sono previsti dei fumetti in edizione speciale o delle stampe numerate per l’evento?
M: Avremo il catalogo in 666 copie. Esso conterrà 7 interviste agli autori, presenterà un’introduzione di Mauro Uzzeo e una postfazione di Paola Barbato e a livello di immagini gli acquirenti potranno osservare numerose anteprime della Fase 2. Ti dico di più: visto che siamo malvagi e proviamo piacere nell’osservare la sofferenza dei collezionisti, abbiamo creato “una tiratura limitata nella tiratura limitata”. Mi spiego: le prime cento copie conterranno un’ulteriore illustrazione che Nicola Mari ha disegnato per noi. Sto sfogliando una copia del catalogo proprio ora. Vorrei mantenere l’understatement ma devo dirtelo: è una bomba.
C4C: Personalmente faccio parte dell’associazione Dylandogofili, quindi puoi ben immaginare quale sia il mio fumetto preferito. Anche tu sei appassionato di fumetti?
M: Oddio, se non fossi un appassionato di Dylan Dog sarei un discreto masochista se cercassi di organizzarne un evento monografico. Quindi si, sono un Dylandogofilo pure io (nell’anima, non so se per il resto serva una tessera). Per capirci, sono di quelli che hanno pure le giacche nere tutte uguali nell’armadio. E non l’ho nemmeno fatto apposta: semplicemente, mi sono accorto che mi vestivo come Dylan Dog dopo anni che lo facevo. Lì per lì mi sono disperato e ho pensato quanto il nostro immaginario sia manovrabile e sempliciotto. Poi sono uscito a comprare le Clark, che onestamente mi mancavano.
M: I Dylan Dog sono come le persone. Sono tutti diversi, e esprimono centinaia di poetiche. Quindi ne consiglierei uno diverso a ogni individuo che conosco. Certo è che se tutti gli adolescenti ragalassero alle ragazze le copie de “Il Lungo Addio” che ho donato io a mio tempo per farmi bello, ecco, Bonelli adesso via Buonarroti se la sarebbe comprata tutta.
C4C: Qual è l’artista che sognate di poter avere ospite in una delle vostre prossime edizioni?
M: Ultimamente non dormiamo molto spesso. Quindi ti dirò che sogniamo il giusto. Tuttavia ti rispondo con un diplomaticissimo Tiziano Sclavi.
C4C: Ultima domanda: perché la gente dovrebbe venire al Crime City Comics 2014?
M: I motivi sono a programma e sono innumerevoli. Spero solo di non avervi dissuaso troppo con le risposte a questa intervista. Sappiate in ogni caso che ci ho provato in tutti i modi. Grazie per l’attenzione.
C4 Comic ringrazia Marco per la disponibilità e saluta la seconda edizione di Crime City Comics con simpatia e stima per un’iniziativa che contribuisce in modo fondamentale alla diffusione della cultura fumettistica a livello nazionale. Vi ricordiamo che noi di C4 Comic saremo presenti alla manifestazione per raccontarvi dal vivo, ancora una volta, tutto ciò che accadrà nello splendido paese bolognese.
Per maggiori informazioni vi linkiamo il sito ufficiale Crime City Comics 2014
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