Roberto Recchioni visto da Stefano “StenTwo” Sergiampietri
La parola passa a Roberto Recchioni durante la conferenza stampa della Sergio Bonelli Editore. Così il nuovo curatore di Dylan Dog riguardo la rivoluzione che attende l’opera:
“Sapevo che il mio sarebbe stato un lavoro difficile, che il confronto con Tiziano Sclavi sarebbe stato impietoso. Se non fosse stato lui a chiedermelo, non avrei accettato. È stato un anno molto difficile, di lucidatura e messa a punto di quanto avevamo già in magazzino. Il nuovo Dylan Dog vuole tradire la propria origine proprio per riuscire ad esserne fedele. Ogni volta che qualcuno ha provato a codificare Dylan Dog, il personaggio ha perso qualcosa. Il cambiamento che sta per arrivare non è un upgrade, ma un downgrade: un tornare a un sistema operativo precedente, più rischioso e brutale, ma più vicino all’originale. Dylan Dog è un tesoro culturale dell’Italia, ha interpretato un sentire specifico dei suoi tempi. L’impresa è riportare Dylan a raccontare il momento attuale, che non significa mettergli in mano un cellulare, ma fargli interpretare lo spirito dei tempi.
Ho chiesto a tutti i miei sceneggiatori di osare di più, di mandarmi soggetti che sarò costretto a bocciare perché saranno ‘troppo’, ma mai perché saranno ‘troppo poco’.”
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