Si apre oggi l’ottava edizione del BilBolBul, il Festival Internazionale del Fumetto di Bologna. Lungo i quattro giorni (dal 20 al 23 Novembre) della kermesse bolognese interverranno tanti personaggi illustri per parlare di fumetto e presentare le proprie opere. Una presenza degna di nota è, senza ombra di dubbio, quella di Manuele Fior con il suo L’intervista, edito da Coconino Press. Se ancora non avete avuto il piacere di avere tra le mani il libro o se volete scoprire qualche considerazione in più, potete leggere la nostra recensione.
L’inaugurazione della mostra è prevista per Giovedì 20 Novembre alle ore 18.30, presso il MamBo di Bologna (via don Minzoni, 14). L’esposizione, che resterà aperta a ingresso gratuito fino all’11 gennaio 2015, è curata da Hamelin associazione culturale.
Vi lasciamo con un’intervista all’autore condotta da Elena Orlandi, Emilio Varrà, Lorenzo Ghetti e Giordana Piccinini, realizzata per accompagnare i visitatori lungo il percorso della mostra.
Il punto di partenza è stato la fantascienza. Dopo Cinquemila km al secondo, che anche se non è una storia autobiografica è una storia che pesca abbondantemente nel vissuto, avevo voglia di occuparmi di fantascienza. Anche perché il fantastico è il genere di fumetto da cui vengo, e anche il motivo per cui ho davvero pensato di questo mestiere: i fumetti di supereroi Marvel, le saghe degli X-Men e anche una certa cinematografia che ho visto da ragazzino. Per cui per me era abbastanza chiaro: volevo fare qualcosa che fosse il più possibile un’opera di fantasia.
La seconda scelta è stata ambientare la storia a Udine, perché avrebbe eliminato una serie di cliché in cui rischiavo di cadere. Se ambienti la fantascienza in Arizona o nell’Area 51 è una cosa, mentre a Udine tutto acquisisce un tono diverso, per certi versi ironico, perché è una città in cui non succede mai niente, e comunque è la provincia italiana. Però è una provincia che conosco estremamente bene e mi permetteva di collegare queste due scale: la scala dell’incommensurabile, grande, incomprensibile, alla scala del molto familiare. Penso che sia la cifra che ho voluto tenere in tutto il libro. Che poi anche questa non è un’invenzione mia, è nata con Spielberg la capacità di mettere queste due cose insieme. Lui racconta sempre di bambini, sfere familiari, magari in crisi, e insieme l’evento che dovrebbe in teoria far sballare tutto in realtà non fa sballare le cose più normali della vita, le relazioni più di base.
Manuele Fior è nato a Cesena nel 1975. Dopo la laurea in Architettura a Venezia nel 2000, si trasferisce a Berlino, dove lavora fino al 2005 come fumettista, illustratore e architetto. La collaborazione con l’editore tedesco Avant-Verlag comincia nel 2001 con la rivista Plaque. Da allora inaugura una fitta produzione di storie brevi a fumetti scritte dal fratello Daniele, apparse su Black, Bile Noire, Stripburger, Forresten, Osmosa. Il suo primo graphic novel “Rosso Oltremare” ha vinto il premio come miglior fumetto 2007 a Oslo e un Premio Micheluzzi al Comicon di Napoli. Ha poi realizzato altri due graphic novel: “La signorina Else”, adattamento a fumetti dalla novella di Arthur Schnitzler, e “Cinquemila chilometri al secondo”, vincitore, tra i tanti premi, del Gran Guinigi di Lucca Comics e del Fauve d’Or di Angouleme. Fior vive a Parigi e collabora con numerosi quotidiani e riviste internazionali: dal New Yorker a La Repubblica, per la quale ha illustrato per un anno la rubrica settimanale di libri tenuta da Alessandro Baricco.
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