È uscito nelle librerie Piena di niente, graphic novel di Alessia Di Giovanni e Darkam pubblicato da BeccoGiallo. L’editore padovano, coerentemente con la sua linea editoriale di impegno civile, dà la possibilità alle due autrici di raccontarci con le immagini e le parole un tema caldo e scomodo: l’aborto in Italia.
Noi di C4 Comic vi abbiamo già parlato dell’opera nella recensione. Abbiamo ora il privilegio di scambiare quattro chiacchere con una delle due autrici, Alessia.
C4 Comic: Ciao Alessia, grazie per l’intervista. Partiamo dall’inizio… “Piena di niente” si apre con questa dichiarazione:
Questo graphic novel nasce da una disperata ricerca
a stretto contatto con le persone, con la loro realtà,
con le loro storie. Per cercare di conoscerle,
prima di raccontarle.
Ci vuoi raccontare come è nata l’idea di raccontare a fumetti le storie di Giulia, Monica, Elisa e Loveth?
C4C: A proposito di sistema, parliamo delle anomalie del “sistema Italia”. La legge 194 relativa all’Ivg (Interruzione volontaria di gravidanza), come ricordi nel graphic novel, risale al 1978. A quasi quarant’anni dalla sua approvazione la legge continua a essere oggetto di attacchi: secondo te perché in Italia si fa così fatica ad accettarla?
A: Non credo che si faccia fatica ad accettarla, si fatica a metterla in pratica. In Inghilterra la corte suprema ha da poco stabilito che invocare l’obiezione di coscienza non è una giustificazione per sottrarsi ai loro doveri. E questo vale anche per i ginecologi. In Italia, invece, la laicità dello Stato è ancora un’utopia che si consuma sulla pelle – fisica ed emotiva – delle donne quando sono in difficoltà. Per questo abbiamo scelto di allegare in fondo alla graphic “Aborto, il gioco da tavolo”, miniguida ironica di cosa aspettarsi e come affrontare gli “imprevisti” dalla farmacia all’ospedale.
C4C: Alla fine del graphic novel citi i dati sui medici obiettori in Italia: 70% secondo il Ministero della Salute, 91,3% secondo la Laiga, la Libera Associazione dei Ginecologi per l’applicazione della legge 194. Come ti spieghi questa discrepanza?
A: Ti rispondo con un’altra domanda: Cui prodest? A chi giova mentire sui dati?
C4C: Sulla contraccezione: sono ancora molti i luoghi comuni sull’uso della pillola, tra cui l’aumento incontrollato di peso, nausea e malessere prolungati, rischi di trombosi. Insomma, si parla tanto e solo dei possibili effetti collaterali, e poco dei benefici terapeutici. Oltre a implementare l’educazione sessuale nelle scuole, secondo te, quali attività si dovrebbero pensare per migliorare “l’alfabetizzazione sessuale” in Italia?
A: Credo che l’attività migliore sia il racconto della verità in ogni forma, a cominciare dalla verità politica laica. Come sceneggiatrice di fumetti è quello che cerco di fare, con ricerche maniacali, immersione totale nella materia. Raccontare la realtà per quella che è, le relazioni per quello che sono, senza ruoli costituiti da altri, e questo significa anche raccontare il sesso, il corpo e ciò comporta: sudore, carne dentro carne, mestruo, desiderio, ossessioni anche. Per questo nel fumetto mio e di Darkam c’è tanto corpo tanto sesso: volevamo mostrarlo per riappropriarcene a modo nostro, un modo diverso dalla finzione con cui vengono solitamente mostrati.
C4C: Una bella sfida, la vostra: trasmettere una realtà così “fisica” attraverso la finzione del fumetto. Io trovo che ci siate riuscite: Piena di niente si legge tutto d’un fiato e coi brividi lungo la schiena. Grazie ancora per aver risposto a qualche domanda, Alessia. In bocca al lupo per i progetti a cui stai lavorando e a cui ti dedicherai in futuro.
Nel frattempo consiglio Piena di niente ai lettori e alle lettrici di C4 Comic… Il maschile precede il femminile non per mancanza di galateo, bensì per sottolineare quella che, secondo me, dovrebbe essere la gerarchia di lettura!
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