La classe è rapita, non vola una mosca. Nessun giornalista, nessun organizzatore, nessuna “folla” di fronte a lui: “solo” una classe di un liceo, dove può utilizzare un linguaggio non troppo lontano dai ragazzi che lo ascoltano e che probabilmente lo vedono semplicemente come uno di loro che ce l’ha fatta.
Ci spiega anche da dove nasce quella sua inconfondibile capacità di saper imitare il linguaggio parlato: “Cerco di immaginarmi come un personaggio dica una determinata cosa. I piccoli tic linguistici, le locuzioni e interiezioni quotidiane. Si tratta di ciò che per me ha più peso di tutte le altre all’interno della pagina. “.
Poi si passa alle domande dei ragazzi, che gli chiedono quali autori abbiano avuto per lui una parte importante e quali siano i suoi autori italiani preferiti.
“Riguardo ai fumettisti italiani”, continua, “ho sempre paura di dimenticarmene qualcuno, però ne ho un sacco. Ratman, ad esempio: Ortolani è un genio inesauribile. Poi mi ha divertito molto lavorare con Giacomo Bevilacqua, inoltre ci sono un sacco di persone con cui sono cresciuto, delle quali molte stanno approdando in libreria proprio adesso con Bao Publishing: Toni Bruno, Marta Baroni, Alessio Spataro, Lorenzo “LRNZ” Ceccotti“.
Chiude facendo chiarezza su un aspetto del proprio futuro:
“Se farò altri viaggi dopo Kobane? Se nella mia vita mi capiterà, lo racconterò volentieri. Farlo apposta, no”.
Immagini: Repubblica
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