[Esclusiva & Concorso C4C] Intervista con Antonio “Sualzo” Vincenti
VINCI DISEGNO SKETCH – Come già annunciato, grazie all’incontro promosso dalla Libreria del Fumetto “Comic House” di Sarzana (SP) ci è stato possibile incontrare gli autori dei primo trittico di opere che compongono la collana “Le città viste dall’alto”, edita da BAO Publishing.
Di seguito vi proponiamo il video e la trascrizione dell’intervista fatta ad Antonio Vincenti, in arte “Sualzo”, autore dell’opera “Fermo” (qui potete trovare la recensione del volume).
A breve saranno disponibili anche le interviste ad Albero Madrigal e Stefano Simeone, autori rispettivamente di “Un lavoro vero” e “Ogni piccolo pezzo”.
In fondo trovate il widget per vincere un disegno esclusivo di Sualzo.
C4Comic: Per rompere il ghiaccio partiamo con una domanda classica: come ti sei approcciato al mondo del fumetto e chi sono i tuoi ispiratori?
Sualzo: Come tutti quelli che amano il mondo del fumetto ho cominciato a disegnare molto presto, anche se per un lungo periodo della mia vita è stato solo un passatempo. Il mio primo libro da professionista l’ho fatto dopo i 30 anni, il primo fumetto intorno ai 38. Il disegno mi ha accompagnato per tutta la vita ma ho pensato di farne un lavoro solo dopo averne fatti altri.
C4C: Autodidatta o scuole del fumetto?
Sualzo: Autodidatta… Ho sempre cercato di rubare da chi voleva far rubare…ci sono state persone disponibili come Vittorio Giardino, in un epoca pre-internet bisogna andare a bussare alle porte degli studi e rompere le scatole fisicamente, ho frequentato anche un autore di satira quale Angese (uno dei fondatori del MALE). Queste due persone sono quelle che mi hanno più influenzato ed instradato verso questo lavoro. Ci sono anche un sacco di autori che ho ammirato, pur senza conoscerli personalmente, soprattutto francesi.
C4C: Nasci disegnatore oppure sceneggiatore? Cosa preferisci?
Sualzo: Un’altra cosa che ho fatto da sempre oltre a disegnare è scrivere…penso che ciò che amo maggiormente del fumetto sia il fatto che ti permette di unire queste due passioni nel modo migliore. Se devo scavare dentro penso proprio che io faccio fumetto perché mi permette di raccontare. Faccio anche l’illustratore come lavoro (Sualzo ha lavorato anche per un supplemento del Corriere della Sera nda), incentrato sull’editoria per ragazzi in Italia e all’estero. Ma il fumetto mi completa in maniera totalmente diversa: l’idea del racconto e del disegno così strettamente uniti è la cosa che vorrei fare…purtroppo non la posso fare di continuo perché attualmente non è un’attività che mi permette di vivere.
C4C: Se si potesse creare un fumetto in “4D” con anche la musica sarebbe perfetto…(la musica è un’altra grande passione di Sualzo nda)
Sualzo: Una cosa che metto (quasi) sempre nei fumetti che faccio, proprio in sostituzione della musica che un po’ mi manca è la poesia, sono anche un grande appassionato di poesia e sono convinto che sulla carta la cosa che si avvicina di più alla musica è appunto la poesia (la poesia apre proprio ogni capito di Fermo nda). I miei personaggi a volte scrivono, nell’Improvvisatore (altra graphic novel di Sualzo pubblicata per Rizzoli) c’era una poetessa e nella vita reale ho sposato una poetessa.
C4C: Arriviamo dunque a parlare di Fermo. Nessun’altra parola indica uno stato, la staticità (chiedo scusa per il gioco di parole!), che sembra essere fortemente anacronistico in un mondo ormai iperconnesso e frenetico. Stare fermi ha ormai acquistato un’immagine negativa. Qui potete leggere la recensione completa dell’albo. Che cosa c’è di vero, di autobiografico, nel romanzo? Anche se in fin dei conti non è importante E per il titolo, perché Fermo? Che in questo caso a un’accezione positiva…
Sualzo: È vero che dipende da che punto si guarda: puoi essere fermo o puoi essere bloccato…puoi decidere di stare fermo o di trovarti impantanato. E inoltre stare fermo e perché? Questo si capirà leggendo il libro. Essendo ambientato nel 1996, mi ha permesso di fare uno strappo fortissimo con la nostra realtà per ritrovarmi ad essere così straniato come lo è il personaggio della vicenda (Sebastiano). Volevo che anche il lettore provasse questa sensazione avendo davanti un’epoca così vicina ma allo stesso tempo così lontana, avevo il bisogno che tutto fosse molto più “lento” perché il personaggio doveva “fermarsi” in una certa maniera. Doveva esserci un intervallo tra la domanda e la risposta ovvero non si doveva poter contattare immediatamente una persona ogni qual volta si volesse ma bisogna aspettare…c’era il telefono a gettoni e le lettere erano scritte a meno…cose che se le racconto ai miei figli sembrano di 100 anni fa e invece le abbiamo abbandonate giusto ieri. Sebastiano viene a trovarsi in un luogo così diverso da quello a cui è abituato, con ritmi così differenti, che sembra compiere un viaggio nel tempo. E’ costretto ad affrontare le sue paure per obbligo, quelle paure che ha sempre schivato. Si trova a frequentare persone, i malati di mente, che non possono nascondere, perché non ci riescono, quella “seconda faccia” che tutti celano.
C4C: Sebastiano soffre di attacchi di panico, però nel testo non è spiegato da dove nascono…
Sualzo: Nemmeno lui sa la causa, si ricorda che ad un certo punto della sua adolescenza sono cominciati. Ed è costretto ad allontanarsi dal luogo in cui si trova al momento dell’attacco, quindi rinuncia ad affrontarlo e superarlo, il classico diverso “combatti o fuggi”. La sua maturazione consiste nel capire che per combattere deve fermarsi ed aspettare quell’onda che arriva per vedere se è realmente così forte come sembra, fino a quel momento non ha mai avuto il coraggio e/o la volontà di farlo.
C4C: L’albo si chiude dopo un ellissi temporali con un breve scorcio nella vita futura del personaggio…
Sualzo: Non ho voluto dare una morale perché personalmente non mi piace ma ho voluto far finire la storia dove ritengo fosse fisiologico che si fermasse e mettere un punto in avanti. Ho scritto questa storia chiaramente attingendo ad un’esperienza personale molto forte: ho fatto servizio civile con i disagiati mentali, l’ho fatto a Bibbiena, paesino sull’appennino Tosco-Emiliano…Tutto ciò ha prodotto in me un cambiamento perché quando ho finito mi sono scoperto un’altra persona e ho deciso di chiudere la storia proprio nel punto in cui anche Sebastiano diventa un’altra persona però mi piaceva l’idea di vedere il dopo del protagonista.
C4C: Un albo dedicato a chi…
Sualzo: La mia (grande) ambizione è raccontare storie che non siano per forza legate al tempo in cui si sviluppano, è necessario sceglierne uno per raccontarle però non voglio che siano figlie di quel tempo e basta..perché ci sono storie e scrittore che ho amato molto però rilette in seguito hanno perso molta della loro forza perché troppo legate al contesto temporale che le racchiude.
C4Comic ringrazia Antonio “Sualzo” Vincenti per il tempo concesso e per la gentilezza dimostrata, e un ulteriore ringraziamento per la performance musicale sostenuta durante la session di firme e sketch. L’artista si è infatti esibito, in conclusione dell’incontro, con il sax soprano per il piacere dei presenti in fumetteria. Al termine dell’intervista, Sualzo si è prestato per uno sketch da mettere in palio sul nostro portale, partecipate all’estrazione attraverso il box sottostante!
Ci scusiamo per il video sfocato

Il disegno realizzato da Sualzo in esclusiva per C4 Comic. Partecipate al concorso per provare a vincerlo.