[Esclusiva] C4 Chiacchiere con… Giulia Prodiguerra – Vivi e Vegeta
Come già annunciato ieri, le prossime due settimane vedranno ancora Vivi e Vegeta al centro delle nostre C4 Chiacchiere e questa volta sforniamo una combo di artiste interessantissima, stiamo parlando di Giulia Prodiguerra e Nicoletta Baldari. Partiamo questa settimana proprio con Giulia, traduttrice per Vivi e Vegeta e per RW Lion, che ci ha accompagnato in un viaggio nel mondo delle traduzioni e del fumetto (Verticalismi e non).
Prima di salutarvi vi ricordo che la versione inglese di Vivi e Vegeta, Live and let Leaf, ha una bellissima pagina Facebook e che se volete gustarvi i funambolici giochi di parole di Francesco Savino nella lingua d’Albione (o se avete amici di lingua inglese ai quali consigliare un fumetto di qualità made in Italy), come al solito vi basta fare un salto su Verticalismi. Ok, la smetto, vi lascio all’intervista, buona lettura!
C4Comic: Ciao, Giulia e benvenuta sulle pagine di C4Comic! È un piacere averti qui con noi!
Giulia Prodiguerra: Grazie a voi per l’opportunità!
C4C: La prima domanda qui su C4C è di solito uno spazio a disposizione dell’artista ospite per raccontarsi. Dalla tesi di laurea sul Doctor Who alle collaborazioni con Lucca Comics & Games, chi è Giulia Prodiguerra?
G.P.: Questa era la domanda che più temevo! Trovo difficile definirmi, sono una persona molto curiosa che ama spaziare in diversi campi: traduzione, scrittura, fotografia… Ho una laurea in Scienze della Comunicazione e traduco fumetti, già questo dà un’idea di quanto non mi piaccia limitarmi a un solo campo! Mi divido tra le traduzioni per RW Lion e la collaborazione con BadComics (dove gestisco la rubrica Verticalisti, nata proprio in collaborazione con Verticalismi) e Lo Spazio Bianco, dove sono articolista e occasionalmente
traduttrice. Sono cresciuta circondata dai fumetti, dato che entrambi i miei genitori ne sono profondi cultori, e Lucca Comics & Games è stata per me una sorta di seconda famiglia, dato che ho iniziato a lavorarci a 16 anni. Questo mi ha dato modo di appassionarmi ancora di più al mondo del fumetto e all’editoria, strada che ho cercato di perseguire anche dopo gli studi. La mia tesi è stata molto sperimentale, grazie a due relatrici fantastiche, e mi ha permesso di indagare le strutture della serie televisiva Doctor Who basandomi sulle tesi della favolistica e del mito di Propp e Vogler. Mi sono ripromessa di rimetterci mano quando possibile per approfondirla: magari diventerà un libro!
C4C: La traduzione mi ha sempre affascinato, che si tratti di sottotitoli per i telefilm, fumetti o libri, hai voglia di raccontarci in cosa consiste il tuo lavoro? Cosa vuol dire essere una traduttrice al giorno d’oggi?
G.P.: Non è molto che faccio questo lavoro, ma ho iniziato a farlo proprio perché credo significhi immergersi nelle opere e nei meccanismi linguistici, capaci di rispecchiare le culture da cui originano, senza però snaturare il significato originale dell’opera. È vero, un’opera in lingua originale si può godere appieno, ma spesso la traduzione dà adito a interpretazioni e sfumature molto interessanti. Iniziai a tradurre alcuni fumetti e libri per degli amici, e mi rendeva felice l’idea di poter rendere ancora più disponibili per pubblici diversi molte opere che facevano fatica a entrare da noi. È un lavoro molto stimolante che ti porta sempre ad aggiornarti e a rimetterti in gioco, a confrontarti con te stesso e gli altri. Di solito procedo così: leggo il testo integralmente, butto giù una prima bozza con vari appunti sulle frasi o le parole che mi risultano più ostiche, poi passo a consultare i vocabolari online (per esempio, Wordreference, The Free Dictionary o Urban Dictionary; più fonti ho per mettere a confronto il significato e le sue sfumature, meglio è) o a confrontarmi e chiedere consiglio ad altri traduttori o madrelingua.
C4C: Veniamo all’argomento caldo dell’intervista: Vivi e Vegeta. Come sei entrata a fare parte del team?
G.P.: Un po’ per caso! Contattai Mirko Oliveri chiedendogli se potevo contribuire a Verticalisti in qualità di traduttrice dall’italiano all’inglese. Coincidenza volle che mancasse pochissimo al debutto di Vivi e Vegeta, progetto che aveva già in mente di internazionalizzare. Abbiamo tenuto nascosta la cosa e gli autori stessi l’hanno scoperta durante la presentazione a Lucca Comics, è stato divertente!
C4C: Qual è la caratteristica che più ti ha colpito in Vivi e Vegeta? C’è stato qualche aspetto che ti ha invece messo a dura prova? Magari qualche famigerato gioco di parole partorito dalla diabolica mente di Francesco Savino?
G.P.: Come è risaputo, Francesco mi deve ormai diversi caffè e pizze per i suoi contorti giochi di parole (a partire dal titolo, cui siamo arrivati dopo un brainstorming proprio durante i giorni di Lucca Comics) ma devo ammettere che è stato molto stimolante, dato che ho potuto contare anche sull’aiuto di tutto il team. Ho trovato l’idea di Vivi e Vegeta molto originale e mi è piaciuta fin da subito, sia come disegni che come sceneggiatura: ho apprezzato soprattutto che la storia fosse intrigante e il linguaggio curato ma mai criptico, quindi molto godibile.
C4C: Che consiglio daresti a chi sta intraprendendo ora la strada per diventare traduttore?
G.P.: Di fare tanta, tanta pratica: un attestato o una laurea in lingue sono importantissimi, ma bisogna anche confrontarsi con la lingua viva e mutevole delle serie, dei film, dei libri. Una cosa che faccio spesso è confrontare le varie traduzioni con il testo a fronte per vedere come ogni traduttore abbia reso una determinata frase o parola. Quindi, il consiglio che mi sento di dare è di leggere tanti libri e fumetti in lingua (che grazie a Internet è oggi molto più semplice) di genere molto diverso, tradurli, confrontarsi con altri traduttori, partecipare a laboratori e seminari. Mettersi in gioco, insomma!
C4C: L’ultima domanda è un classico delle nostre interviste: qual è la tua kryptonite?
G.P.: La cioccolata! La adoro ma sono allergica, mi basta la spolverata di cacao sul cappuccino per assomigliare a Jabba the Hutt. Quindi se volete uccidermi rendendomi felice mandatemi una bella scatola di cioccolatini…
C4C: Giulia, grazie mille per la tua disponibilità, è stato un piacere averti con noi!
G.P.: Grazie a voi!