“Che bella atmosfera qui”: non pronunciare mai questa frase al ristorante | Finisce sullo SCONTRINO: così una cena ti costa il doppio

Scontrino-Foto-di-Photo-By-Kaboompics-da-Pexels-C4Comic

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Una nuova polemica accende i riflettori sui conti dei locali che sono sempre più salati per motivi non condivisi dai clienti.

Ogni estate si ripresentano i cosiddetti “casi scontrino” e in tutta Italia, da nord a sud, emergono episodi che finiscono online e scatenano polemiche.

Si tratta di conti più alti del previsto per motivi difficili da accettare: un sovrapprezzo nascosto, una voce inaspettata, o un servizio che si paga senza che nessuno l’avesse chiarito prima.

Molti clienti condividono le foto degli scontrini, facendo partire discussioni infinite tra chi difende i ristoratori e chi invece parla di vere e proprie trovate per far spendere di più.

L’ultimo caso arriva dalla Puglia e ha fatto parecchio rumore: su un normale aperitivo è comparsa la voce “musica”. Un costo aggiuntivo che ha fatto lievitare il conto e che ora divide l’opinione pubblica, in un momento in cui i prezzi sono già al centro di mille discussioni.

Per fare l’aperitivo si paga anche la musica: il caso dello scontrino in Puglia

Il fatto è successo a Ostuni, città tra le più amate dai turisti. Quattro clienti hanno ordinato cocktail e succhi in un locale del centro, con prezzi tutto sommato nella norma: 15 euro per i drink e 5 euro per i succhi, più qualche stuzzichino. Ma al momento di pagare è arrivata la sorpresa. Sullo scontrino spuntava la voce “musica” corrispondente al costo di due euro a testa.

Il dj stava davvero suonando, creando un bel sottofondo, ma nessuno immaginava che fosse previsto un costo extra. Così, il prezzo finale è arrivato a circa 18 euro a persona per un semplice aperitivo. Secondo quanto riportato da Rainews, il sovrapprezzo potrebbe essere stato una sorta di coperto camuffato, ma la scelta ha comunque generato indignazione.

Ristorante-Foto-di-Life-Of-Pix-da-Pexels-C4Comic
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Scontrini con sovraprezzi nascosti: si accendono le polemiche in tutta Italia

Il caso pugliese si aggiunge a molti altri. A Bari, ad esempio, un cliente ha trovato 50 centesimi in più per una spolverata di pepe sulla pizza. In Salento, un panzerotto venduto a 4 euro durante una sagra è stato ribattezzato “calzone leccese” per giustificare il prezzo. La nuotatrice Elena Di Liddo ha raccontato di aver speso 1,50 euro per la rimozione dei pomodorini da una pizza.

A Oderzo, in Veneto, due clienti hanno invece pagato un extra per il semplice taglio di una brioche a metà, episodio che ricorda il celebre caso del toast diviso in due parti. Ogni volta le foto degli scontrini finiscono online, diventano virali e innescano discussioni senza fine.