Da oggi sono VIETATI i pantaloncini: non puoi più andare in giro conciato così | Ti fermano e ti costringono a tornare a casa

Pantaloncini-Foto-di-RDNE-Stock-project-da-Pexels-C4Comic

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A Bacoli una donna respinta dal Comune per i bermuda: scoppia la polemica per la regola considerata antiquata da parte dei cittadini e di parte delle istituzioni.

A Bacoli, in piena estate e con i turisti che affollano la zona flegrea, un cartello all’ingresso del Municipio ha acceso una discussione che divide cittadini e istituzioni.

L’avviso vieta l’accesso agli uffici comunali a chi indossa “abiti non adeguati, in particolare pantaloncini”.

La prima a denunciare la vicenda è stata Imma Barile, respinta mentre cercava di sbrigare una pratica urgente. «È stato un pugno allo stomaco, non me lo aspettavo», ha raccontato a Fanpage.it.

«Avevo la mattinata libera e ho deciso di andare al Comune a sbrigare una commissione, tra l’altro urgente. Con il caldo, lo stress accumulato per cercare parcheggio, sono arrivata negli uffici comunali e l’ultima cosa che mi aspettavo era quella di essere respinta: indossavo un bermuda fin quasi al ginocchio e mi sono sentita dire che, così vestita, in Comune non potevo entrare».

In Comune con i pantaloncini: la vicenda della signora di Bacoli che scatena la polemica

Alla donna sarebbe stato spiegato che si tratta di una regola in vigore da anni, forse dal 2015, oppure stabilita direttamente dall’attuale amministrazione. A renderle la situazione ancora più surreale, la proposta di indossare un paio di pantaloni lunghi già usati da altri: «Mi hanno spiegato che avrei potuto indossare dei pantaloni lunghi che avevano lì, già indossati precedentemente da chissà chi. Mi sono rifiutata categoricamente di fare una cosa così anti-igienica».

Di fronte alle polemiche, il sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha difeso la scelta con un post sui social: «Una norma di buon senso, che si adotta in tutti gli uffici pubblici italiani, e che nella nostra città esiste da decenni. Accolta da tutti come un atto di rispetto verso le istituzioni». Per il primo cittadino, dunque, non si tratta di un abuso ma di un principio condiviso.

Donna-in-pantaloncino-Foto-di-Thien-Phuoc-Phuong-da-Pexels-C4Comic
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Le proteste dei cittadini e dei politici di fronte alla decisione del sindaco di Bacoli

Imma Barile non ha nascosto la sua incredulità: «Ho vissuto per 20 anni al Nord e in nessuna città mi è mai capitata una cosa del genere. Potrei capire se si trattasse di una forma di decoro per i dipendenti, ma per i cittadini, che vengono lì a risolvere un problema, è una questione ridicola. Con tutti i problemi che ci sono, è assurdo concentrarsi su una idiozia del genere».

Critiche dure sono arrivate anche dal consigliere regionale Diego Venanzoni, che ha parlato di abuso e mancanza di buon senso: «Il rispetto del decoro non deve mai trasformarsi in un abuso che umilia le persone. In un Comune che dovrebbe essere la casa di tutti, ci ritroviamo invece davanti a un regolamento medievale che non ha nulla a che fare con il buon senso». Per Venanzoni è assurdo negare l’accesso ai servizi pubblici per un dettaglio di abbigliamento.